Terzigno, disordini contro la discarica. I movimenti: “Nessuna infiltrazione della camorra, solo gente disperata”

Cittadini contro le discariche, dopo i disordini di questa notte presso la Cava “Sari” ricadente nel territorio di Terzigno, si era sparsa la voce, ripresa anche dagli esponenti politici locali, che ci fosse la mano della camorra dietro la manifestazione. Dagli esponenti dei movimenti antidiscarica, però, intervistati questa mattina anche da emittenti locali, è provenuta una secca smentita: «Assolutamente nessuna infiltrazione, solo gente disperata e stanca di vivere in queste condizioni. Chi non crede che la vicinanza di una discarica alla propria casa possa provocare questi risultati, venga a vivere qui per due giorni».

Questa mattina i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase si sono recati per un presidio spontaneo nei pressi della discarica “Sari”. Una manifestazione di protesta appoggiata anche dai movimenti antidiscarica.

Bisogna ricordare che ieri notte circa 1500 persone si sono dirette ai cancelli della discarica “Sari”. Secondo alcune indiscrezioni non ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, nonostante polizia e carabinieri avessero cercato in un primo momento di fermare i manifestanti.

Dieci autocompattatori che trasportavano rifiuti alla cava sono stati messi fuori uso, di cui cinque sono stati dati alle fiamme. Poco prima il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella, che aveva annunciato lo sciopero della fame, si era sentito male ed è stato necessario l’intervento dei medici del 118.

La richiesta dei movimenti antidiscarica è ancora una volta la chiusura della discarica “Sari” ricadente nel territorio di Terzigno. I cittadini, inoltre, stanno cercando di scongiurare l’apertura dello sversatoio di Cava Vitiello.

Fra poche ore al Comune di Terzigno si terrà un consiglio comunale straordinario sul tema delle discariche. Bisogna ricordare che da ieri mattina i cittadini stanno occupando i Comuni di Boscoreale e di Boscotrecase.

La protesta è partita nella notte tra domenica e lunedì, all’indomani della diffusione della notizia riguardante la decisione del sottosegretario Bertolaso di dare il via alla seconda discarica di Cava Vitiello in pieno Parco nazionale del Vesuvio.

Ad occupare la sala consiliare a Boscotrecase oltre 70 persone, mentre a Boscoreale il presidio è mantenuto da circa 100 manifestanti.

Secondo le ultime indiscrezioni, il sindaco di Boscotrecase Agnese Borrelli avrebbe espresso la volontà di dimettersi e consegnare la propria fascia di sindaco al prefetto qualora non giungessero chiarimenti riguardo l’apertura di Cava Vitiello.

Nonostante il Governo centrale abbia dichiarata finita l’emergenza rifiuti in Campania, il no della Provincia di Napoli all’apertura della seconda discarica del Vesuvio e l’impegno preso a Bruxelles con i commissari europei dall’assessore regionale Romano a non aprire la Cava Vitiello, le notizie comunicate dalla Protezione civile sembrano andare in tutt’altra direzione.

Tanto più che la provincia di Napoli il cui Consiglio nella riunione monotematica del 24 maggio 2010 si è espressa, a maggioranza ma in modo inequivocabilmente chiaro, contro l’utilizzazione della Cava Vitiello come discarica di rifiuti. Ed è altrettanto inequivocabilmente chiaro l’impegno assunto dall’assessore regionale Giovanni Romano in sede comunitaria a non utilizzare quella cava.

A preoccupare i movimenti antidiscarica è che la città di Napoli è in piena emergenza, le discariche si vanno esaurendo, l’inceneritore di Acerra è fermo e non si intravede una via d’uscita a breve. Quindi l’ipotesi avanzata dalla protezione civile appare verosimile.

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