Castellammare: 27 consiglieri indagati per truffa e falso

Caos a Palazzo Farnese: la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha inviato 27 avvisi di garanzia per altrettanti consiglieri comunali stabiesi, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, sotto le direttive del Procuratore Aggiunto, Raffaele Marino. Le accuse per i consiglieri stabiesi sono truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico in atto pubblico. Di seguito, il testo completo a firma del pm e l’elenco completo degli indagati.

In data odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito di un servizio finalizzato al monitoraggio del corretto operato della Pubblica Amministrazione ed alla tutela del bilancio nazionale e comunitario, hanno notificato 30 avvisi di conclusione delle indagini preliminari emessi dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata a carico di 27 consiglieri comunali e 3 segretari di commissione del Comune di Castellammare di Stabia, indagati per i reati di  truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico in atto pubblico, come da elenco nominativo allegato. Contestualmente i citati ufficiali di Polizia Giudiziaria hanno proceduto presso gli uffici dell’amministrazione comunale di Castellammare, a seguito di decreto di perquisizione, alla acquisizione di documentazione amministrativa e contabile relativa alle attività delle commissioni consiliari e ai proventi erogati ai componenti. L’operazione diretta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha visto impegnati i militari della Tenenza della G. di F. di Massa Lubrense, coordinati dal Gruppo di Torre Annunziata. Le indagini hanno consentito di accertare che consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, si sono appropriati di circa due milioni di euro, sottraendo tale cospicua somma alle casse del Comune di Castellammare di Stabia. Le investigazioni, scattate nel giugno scorso, ebbero “input” durante le indagini condotte presso l’Istituto Scolastico d’Arte di Sorrento che portarono poi all’arresto del Direttore Amministrativo Coda Catello e del figlio Gennaro, alla denuncia a piede libero dei vari Dirigenti scolastici susseguitesi, nonché all’interdizione a contrattare con la P.A. per diversi titolari di aziende colluse in un sistema di gare d’appalto truccate. I militari della Tenenza della G. di F. di Massa Lubrense, sempre coordinati dall’Autorità Giudiziaria oplontina, insospettiti dalle continue assenze, per circa quattro anni, di una delle docenti di italiano Scarpato Ida, consigliere comunale del Comune di C.mare di Stabia, decisero di approfondire le motivazioni addotte dalla stessa per giustificare una sua così prolungata assenza. Negli atti personali della docente furono così ritrovati dei certificati comunali rilasciati dal Presidente della II Commissione del Comune di Castellammare di Stabia di cui Scarpato Ida faceva parte, attestanti una sua permanente partecipazione, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 14 alle attività politiche istituzionali che impossibilitavano quindi la stessa a svolgere la sua attività didattica. Decisi a verificare la partecipazione di questa alle Commissioni consiliari e la loro effettiva durata, iniziavano quindi una serie di attività di p.g. che permettevano di scoprire un vero e proprio sistema truffaldino messo in atto da quasi tutti i consiglieri comunali del Comune di Castellammare di Stabia ai danni dell’istituzione stessa. Le investigazioni compiute dai militari attraverso pedinamenti dei consiglieri ed incessanti appostamenti dinanzi al Palazzo Farnese, permettevano infatti di accertare che, non solo la Scarpato ma quasi tutti i consiglieri comunali, non partecipavano ad alcun lavoro di Commissione percependo lo stesso l’indennità economica spettante. Un sistema avvolgente che, ad eccezione di Faella Francesco, Cioffi Domenico e Cuomo Nicola, ha interessato trasversalmente tutta la platea dei consiglieri comunali. Il meccanismo illecito consisteva nel falsificare i verbali quotidianamente redatti delle cinque Commissioni Consiliari Permanenti, di cui ogni consigliere comunale faceva istituzionalmente parte, attestando una loro partecipazione ai lavori di commissione per discutere sui più diversi problemi che attanagliano il territorio stabiese. Oltre ad attestare falsamente un dibattito politico mai esistito, la presenza a verbale di ogni singolo consigliere comunale permetteva loro di maturare quotidianamente l’indennità economica del “gettone di presenza” dell’importo di circa cinquanta euro, il cui cumulo permetteva di raggiungere compensi mensili intorno ai € 1.200,00. Le indagini hanno permesso di accertare i diversi comportamenti dei consiglieri; alcuni erano soliti “affacciarsi” al Palazzo Farnese per pochi minuti ed in momenti della giornata distinti tra loro, solo se gli impegni personali e professionali glielo permettevano. Altri invece preferivano non disturbarsi affatto a raggiungere il Municipio percependo lo stesso l’indennità del gettone. I verbali delle cinque Commissioni, acquisiti successivamente, falsamente attestavano invece ogni giorno la presenza per alcune ore di quasi tutti i commissari che, come riportano gli stessi verbali, “dopo ampie ed approfondite discussioni” deliberavano e decidevano sui più disparati ordini del giorno. I finanzieri invece, alla stessa ora, accertavano la loro presenza altrove, impegnati nei rispettivi posti di lavoro, a passeggio tra le vie del centro a fare shopping o comodamente seduti al bar a chiacchierare con amici. L’attività d’indagine permetteva inoltre di scoprire che la truffa dei consiglieri ai danni delle casse pubbliche non si limitava alla sola percezione del gettone di presenza ma si ripercuoteva anche sui rispettivi posti di lavoro. Infatti dai cartellini “marca tempo” dei lavoratori dipendenti di aziende pubbliche (A.S.L., Ente d’Ambito Sarnese, istituti scolastici) e private, è emerso che questi, utilizzando false attestazioni di partecipazione alle attività istituzionali, evitavano di recarsi al lavoro o diminuivano indiscriminatamente il loro orario d’obbligo a discapito dell’azienda di appartenenza e, in alcuni casi, anche delle stesse casse comunali visto che queste annualmente erano costrette a pagare le aziende private che chiedevano il risarcimento per la mancata prestazione lavorativa dei loro lavoratori dipendenti impegnati ad assolvere gli incarichi politici. Viceversa, per altri consiglieri, capitava di accertare una loro contemporanea presenza sia al lavoro che in commissione. La truffa ai danni dello Stato scoperta e ricostruita dalle fiamme gialle, se rapportata a tutto il periodo di governo dell’attuale forza politica stabiese, ammonta a circa 2 milioni di euro. Questo l’importo speso dal Comune di Castellammare di Stabia durante gli anni del mandato dell’attuale Consiglio Comunale per il pagamento dei gettoni di presenza ed il risarcimento alle varie aziende private ed enti datori di lavoro dei consiglieri. Ulteriori conferme all’impianto accusatorio sono pervenute dagli esiti degli interrogatori di alcuni consiglieri comunali che hanno ammesso gli addebiti. Altri consiglieri, invece, hanno tentato di modificare il quadro probatorio a loro carico chiedendo che venissero rettificati i verbali delle commissioni all’indomani del primo intervento della G. di F. Le vicende per l’entità delle somme illecitamente percepite, per la reiterazione dei comportamenti che hanno riguardato ben 27 consiglieri comunali su 30 assume connotazioni di estrema gravità, valutazione questa condivisa anche dal GIP presso il tribunale di Torre Annunziata che ha  ritenuto la sussistenza a carico di tutti gli indagati di gravi indizi di colpevolezza, escludendo però la sussistenza di immediate esigenze cautelari solo perché le imminenti elezioni hanno determinato lo scioglimento del consiglio comunale stesso. Resta però il dato che ben 16 consiglieri comunali oggi inquisiti risultano nelle liste dei candidati alle elezioni per il prossimo consiglio comunali; tre di questi sono addirittura candidati sindaco.

La lista degli indagati:

De Gennaro Luigi, 39 anni

Amato Giuseppe, 56 anni

Cuomo Rosa, 33 anni

Di Nardo Amedeo, 32 anni

Ingenito Giovanni, 30 anni

Iovino Antonio, 61 anni

Esposito Ignazio, 53 anni

Di Ruocco Biagio, 58 anni

Sicignano Antonio, 54 anni

Ricolo Antonio, 61 anni

Cascone Francesco D’Assisi, 56 anni

Foresta Catello, 57 anni

Scarpato Ida, 60 anni

Galasso Vito, 56 anni

Giaquinto Antonio, 43 anni

D’Apice Carlo, 62 anni

Di Martino Nicola, 57 anni

Longobardi Nino, 42

Esposito Lorenzo, 38 anni

Castellano Francesco, 51 anni

Cinque Antonio, 60 anni

Cuomo Domenico, 59 anni

Nastelli Carlo, 36 anni

Scevola Anna, 64 anni

Scala Camilla, 59 anni

Maiello Anna Maria, 58 anni

Ragone Domenico, 47 anni

Cozzolino Giuseppe, 58 anni

Vingiani Giovanni Battista, 60 anni

Sarcinelli Angelo, 47 anni

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