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Scacco al clan Esposito: altri nove arresti nell’area stabiese

Nuova ondata di arresti nel clan Esposito, del quale sono stati scoperti anche i meccanismi del lucroso business del traffico di droga. Su richiesta del procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Rosario Cantelmo, i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, guidati dal capitano Giuseppe Mazzullo e dal tenente Andrea Minella, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove indagati responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti nei comuni di Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate. Dopo l’operazione “Carità” partita dalle denunce di un imprenditore sammaritano, era noto che il giovane ma già radicato clan Esposito era dedito alle estorsioni e, per di più, si serviva anche di un consigliere comunale, Salvatore Cannavacciuolo, che in un caso è stato accertato che ha fatto da intermediario tra gli uomini di “Tonino o’biondo” e un imprenditore taglieggiato dalla cosca sammaritana. Tra gli affiliati, figura anche un ex dipendente comunale, il 50enne Antonio Somma, detto “o’Votasole”. Ieri mattina è scattata la nuova operazione che ha portato agli arresti dei 9 responsabili. In manette sono finiti Luigi Alfano, 34 anni, già detenuto nel carcere di Melfi; Ferdinando Gargiulo, 28 anni, detenuto a Viterbo; Alfonso Somma, 28 anni; Antonio Di Somma, 39 anni; Pasquale Calabrese, 38 anni; Giuseppe Di Lorenzo, 24 anni, arrestato a Fidenza (Parma); Pasquale D’Aniello, 31 anni; Francesco Mauri, 23 anni, detenuto a Caltagirone; Giuseppe Maiello, 44 anni. Eccezion fatta per i già detenuti e Di Lorenzo, gli altri arresti sono stati effettuati tutti la scorsa notte tra Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate, dove vivevano gli arrestati ed operava l’organizzazione che fa capo al boss detenuto Antonio Esposito. L’intensa attività investigativa da parte dei carabinieri della compagnia di Castellammare e della stazione di Sant’Antonio Abate, si è sviluppata in tre momenti distinti. Il primo tra i mesi di agosto 2005 e gennaio 2007, culminato con l’arresto di Nicola Sansone per spaccio di cocaina, dopo la commovente richiesta di ausilio rivolta all’arma locale da parte di una madre preoccupata dello stato di grave tossicodipendenza del proprio figlio. Successivamente, l’indagine è maturata con il coordinamento e la collaborazione tra la procura di Torre Annunziata e la procura distrettuale di Napoli, ed è stata dapprima portata avanti con tecniche investigative tradizionali, ma anche con intercettazioni telefoniche e ambientali. In questo modo, gli inquirenti hanno scoperto e dimostrato l’esistenza di una stabile organizzazione, avente quale fulcro Santa Maria la Carità, dove avveniva la cessione di stupefacenti. Una nuova piazzo di spaccio, dunque, molto attiva nonostante non fosse di grandissimo rilievo. I membri dell’organizzazione malavitosa che faceva riferimento al clan Esposito riusciva a portare avanti diverse attività illecite, come le estorsioni, per reperire soldi e mezzi volti all’acquisto di stupefacenti da rivendere sul territorio sammaritano ed abatese. Il clan si serviva anche di minorenni per i cavalli di ritorno, come scoperto in autunno. L’organizzazione, poi, contava sugli eccellenti canali di Ferdinando Gargiulo per reperire la droga che acquistava e trasportava Alfano. Questi due, considerati gli unici veri affiliati al clan Esposito, la cedevano a Calabrese, Somma (nipote di Antonio), Di Somma e Mauri (cognato di Alfano), che pensavano a dispensarla agli altri che fungevano da spacciatori al dettaglio. La capacità organizzativa degli indagati era tale che gli stessi utilizzavano in comune dei conti correnti ove confluivano i fiorenti proventi dell’attività di spaccio malgrado, al momento delle indagini, tutti, ad eccezione di uno solo, non svolgessero alcuna attività lavorativa. Infine, nelle conversazioni veniva utilizzato un linguaggio criptato tra spacciatori ed acquirenti: le dosi di droga diventavano, di volta in volta, bottiglie di vino, caffè, prosciutti o pannolini.

Dario Sautto

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