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Inaugurazione mostra per i 100 anni dell’ex Italsider: parla Bassolino

Antonio Bassolino

Ecco il testo dell’intervento del presidente Bassolino in occasione dell’inaugurazione della mostra per i 100 anni dell’ex Italsider di Bagnoli, dal titolo “La memoria d’acciaio. Una fabbrica, un quartiere una città”. “Vorrei innanzitutto esprimere il mio più vivo apprezzamento per questa bella e importante iniziativa. Una mostra che ha un carattere particolare: il materiale, in gran parte, proviene dallo straordinario archivio che alcuni ex lavoratori hanno costituito nel tempo. Il tutto è un percorso di recupero della memoria collettiva anche in vista del prossimo 19 giugno quando si festeggerà il centenario dell’apertura dell’impianto siderurgico. Questa mostra ha un valore simbolico molto importante anche perché si inaugura nelle stesse ore in cui è stato abbattuto il muro che separa il parco della nuova Bagnoli dal resto della città. E’ come se il quartiere di Bagnoli fosse entrato nella vecchia area dello stabilimento. Questo evento deve essere uno stimolo ulteriore a completare la trasformazione di Bagnoli. E dunque una mostra, per così dire,  ancora più vera, più autentica. In grado di rivelarci, dall’interno, l’anima più profonda di una grande storia: economia, civile e politica.  Perché l’ILVA non è mai stata solo una fabbrica, non ha mai rappresentato un pezzo di classe operaia collocata in uno stabilimento. Ma è stata innanzitutto un grande punto di riferimento democratico che ha contaminato di sé l’intera città. La classe operaia dell’Ilva è stata un grande presidio di lotte democratiche, sociali e civili. Dove politica e società si sono incontrate: le battaglie per il diritto alla casa;  la mobilitazione contro il terrorismo; le lotte  per l’organizzazione del lavoro in fabbrica e della vita fuori dalla fabbrica. Perché la cultura del movimento operaio dell’Ilva non è stata solo pura  adesione alla fabbrica. E’ questo enorme patrimonio politico, culturale  e civile che ci ha permesso di affrontare un passaggio difficile e delicatissimo come quello degli anni ’90. Quando fummo consapevoli   che un ciclo dello sviluppo, che ebbe nella grande figura di Nitti, l’interprete più acuto, non solo qui a Napoli, ma in Italia e nel mondo si era consumato. Senza quel grande patrimonio, non ce l’avremmo fatta ad affrontare un passaggio così importante e decisivo. Senza quel grande patrimonio politico, culturale e democratico non avremmo potuto risolvere  il doppio paradosso dell’ILVA. Cioè il paradosso di un grande apparato industriale collocato in una delle aree più belle del mondo che proprio grazie alla presenza dell’Ilva non fu inghiottito dalla speculazione edilizia. Una fabbrica altamente inquinante  diventa lo strumento di salvaguardia di una delle aree più belle  del mondo. Abbiamo saputo guardare avanti e creato le condizioni di una nuova fase dello sviluppo di Bagnoli e di Napoli. La Bagnoli  degli insediamenti turistici e del tempo libero,  ma anche e soprattutto delle attività produttive ad alto contenuto tecnologico. Bagnoli è oggi  uno dei nostri 15 Grandi Progetti che la Commissione Europea ha approvato nell’ambito del Programma Operativo FESR (Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale) della Regione Campania. Con questa convinzione andiamo avanti, insieme,  per costruire la nuova Bagnoli.  Una mostra dunque che non è,  e non intende essere un tuffo nel passato, ma un modo per ricordare una grande storia  da cui  siamo partiti per costruire la nuova Bagnoli”. 

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