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Castellammare: dipendenti Cosmarina minacciano di gettarsi nel vuoto

Centinaia di lavoratori in strada ieri mattina al corso De Gasperi a Castellammare: i dipendenti del consorzio “Cosmarina” protestano per il mancato arrivo dello stipendio da oltre due mesi, ma non solo. L’obiettivo dei 260 lavoratori della Cosmarina di Castellammare era anche quello di portare all’attenzione delle istituzioni il loro dramma lavorativo, in quanto si trovano senza lavoro da svolgere visto che la raccolta dei rifiuti differenziati, per loro, non è mai cominciata. Il Consorzio Smaltimento Rifiuti di Napoli è un ente nato nel ’94 associato a 30 Comuni, fra i quali Castellammare, scelto come sede operativa alcuni anni dopo. La Cosmarina si proponeva di risolvere non solo il problema dei rifiuti, ma di trasformarli anche in una grande risorsa. Questo avrebbe dovuto innescare tutta una serie di processi economici atti ad incrementare l’occupazione. Purtroppo, però, tutto ciò non è mai accaduto. I dipendenti di Cosmarina, di fatto, non percepiscono lo stipendio da due mesi e sono senza lavoro. Il consorzio è stato attualmente affidato ad un liquidatore che ora sta cercando di reperire i fondi per pagare gli stipendi arretrati ai lavoratori. I lavoratori ieri mattina hanno bloccato il traffico in via De Gasperi e sono poi saliti sul tetto dell’edificio che ospita la sede dell’azienda, minacciando di lanciarsi nel vuoto. «Siamo anche tacciati di non voler lavorare – hanno affermato i rappresentanti dei lavoratori – di essere sfaticati e persino delinquenti. Quando poi, invece, il tutto è da addebitare ai mancati accordi tra le amministrazioni comunali, la Regione Campania ed i vertici del consorzio, che ci hanno lasciati qui in balia di noi stessi». La situazione si è fatta a un certo punto molto tesa, e la rabbia dei lavoratori è ricaduta sulle scelte fatte dalle amministrazioni comunali di affidare il servizio di raccolta dei rifiuti differenziati a ditte private, sottraendo di fatto lavoro alla Cosmarina. Nello stabilimento della Cosmarina, oltre agli operai, ad essere fermi ed inutilizzati sono anche tutte le attrezzature e gli automezzi specifici per la raccolta differenziata.

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