Contro le mafie da nord a sud

Il “No alle mafie” questa volta verrà pronunciato a Milano da diverse migliaia di persone, riunite dall’associazione “Libera” di don Luigi Ciotti. In Campania, nel giorno della festa del Papà, le scuole rimarranno chiuse per ricordare Don Diana, il parroco di Casal di Principe, ucciso 16 anni fa dal clan dei Casalesi. Si parte dal nord per unirsi al Sud d’Italia in una catena umana che non ha bandiere di partito. Il senso è chiaro: l’oppressione mortale delle mafie è un problema dell’Italia intera, in ugual misura, con la stessa gravità.

“Libera” lo dirà all’intero Paese da piazza Duomo, sabato 20 marzo, durante la quindicesima edizione della Giornata mondiale della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Da Torre Annunziata un gruppo di giovani e bravissimi artisti si unirà a loro e lo farà domenica al teatro Politeama con il musical “Noi…scugnizzi, un abbraccio a Giancarlo Siani”, una bella serata con uno spettacolo ben fatto, carico di positiva energia, da non perdere.

A Milano, in piazza Duomo, verranno letti i nomi delle 900 vittime innocenti delle mafie, a Torre Annunziata si farà lo stesso, in teatro, per le vittime locali. Lo ha promesso Ciro Orofino che con Vincenzo Setaro sostiene il lavoro dei giovani artisti dell’associazione “MagicamenteMusical”.

“La lotta alla mafia non sia soltanto una distaccata opera di repressione  ama ripetere Don Ciotti, usando espressioni che sono anche del giudice dilaniato dalla mafia, Paolo Borsellino  ma un movimento culturale e morale che coinvolga specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire il profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e della complicità”.

A Milano le mafie che operano sono tante. Oltre le “nazionali”, non mancano quella cinese, albanese, russa, ognuna con un settore del malaffare di competenza.

L’attenzione è tanta sugli appalti per l’Expo 2015. A Milano si investe molto e si ricicla tantissimo. I “colletti bianchi” qui parlano milanese, ma trattano lo stesso i soldi insanguinati delle famiglie criminali di mafia, ‘ndrangheta e camorra.

La genialità ed il valore costruttivo della manifestazione (che Don Ciotti ci tiene a definire “abbraccio” alle centinaia di familiari che sfileranno a Milano), tenutasi per la prima volta nel 1995, il 21 marzo, primo giorno di primavera, consiste nell’essere diventato il simbolo della speranza che si rinnova. E’ anche occasione d’incontro con i familiari delle vittime che in “Libera” hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

La Lombardia, con 639 immobili confiscati in 116 comuni, è al quinto posto per attività mafiose tra le regioni d’Italia, dopo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.

Un primato, invece, è tutto milanese e riguarda l’essere il crocevia europeo del narcotraffico, conquistato grazie alle 120 mila persone che fanno uso stabile o saltuario di cocaina e all’aereoporto internazionale di Malpensa che è il più interessato dai flussi di droga provenienti dall’estero. Infatti a Milano, nel 2008, si è raggiunto il primato dei sequestri di cocaina, hashish, marijuana e il più alto sequestro di eroina, in termini quantitativi, effettuato sul territorio nazionale.

“La Lombardia è una regione stupenda con fermenti positivi  ha affermato Don Luigi Ciotti  ma è anche una regione dove le mafie hanno costruito dei loro percorsi, con mafie finanziarie e immobiliari”.

Il sindaco Letizia Moratti è preoccupata, ringrazia Don Ciotti dell’aiuto purificatore di “Libera”. Proprio come non fanno tanti amministratori del sud d’Italia e qualche autorevolissimo esponente di Governo che accusano chi denuncia le mafie con manifestazioni, libri, articoli, reportage e film, come un denigratore dell’Italia, quasi a far ritenere che la malavita organizzata è una loro “perversa invenzione”. Qui è Milano… ma a Napoli, speriamo che sia chiaro a tutti le scuole chiuderanno il 19 marzo non per ricordare che è la festa dei papà (a cui penserà la pubblicità) ma per ricordare che un sacerdote è stato ammazzato da chi diffonde la cultura della morte contro chi professa e testimonia, fino alla morte, la gioia della vita al servizio della vita solidale. Un’ultima domanda: nelle campagne elettorali in corso si avvertono iniziative concrete contro la camorra che infesta anche la politica?

Antonio Irlando

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