La scorsa notte, all’interno di un’area nei pressi di un capannone, si sono improvvisamente sprigionate le fiamme che, a quanto pare, sono quasi certamente di origine dolosa. I fatti si sono verificati in via Motta Casa dei Miri, a Gragnano, dove si trova la sede della ditta “De Stefano”. L’incendio ha immediatamente inghiottito due moto, un’auto ed un furgone della ditta, distruggendo completamente i mezzi. Per fortuna, l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme si propagassero anche ai locali che ospitano la zona imbottigliamento dell’azienda vinicola gragnanese. Sul posto, insieme ai vigili del fuoco di Castellammare, sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia stabiese che, agli ordini del primo dirigente Luigi Petrillo e del vicequestore Stefania Grasso, hanno immediatamente avviato le indagini. Gli inquirenti sono sicuri che questo sia un avvertimento alla ditta che avrebbe rifiutato il pagamento del pizzo. Ipotesi, questa, che al momento gli stessi proprietari avrebbero smentito, poiché non avrebbero ricevuto alcuna richiesta in tal senso e nemmeno minacce. Nonostante la smentita secca della ditta, dalla polizia tendono a non escludere alcuna pista, quella del racket su tutte, e le indagini proseguiranno a 360 gradi. In merito all’incendio, sono proseguiti anche ieri gli interrogatori dei proprietari dell’azienda e di testimoni che si sono accorti che erano state appiccate le fiamme. Nessuno al momento sa spiegarsi le motivazioni del gesto, che sembra sempre più essere un atto doloso. Poche settimane fa, nella stessa zona, un incendio era divampato all’interno del capannone di un’altra fabbrica, stavolta di pomodori. In quel caso andò distrutto l’intero locale ma, fortunatamente, nessun macchinario finì per essere danneggiato. Anche su questo caso le forze dell’ordine stanno continuando ad indagare, poiché hanno constatato che si tratta di un incendio doloso del quale non esiste ancora una spiegazione. A Gragnano, dunque, la situazione resta tutt’altro che tranquilla, dopo l’omicidio di Gennaro Chierchia che ha insanguinato dieci giorni fa la cittadina gragnanese. Questo nuovo episodio potrebbe essere il primo segnale forte da parte della malavita organizzata, oppure un semplice avvertimento a chi avrebbe rifiutato il pagamento del pizzo.
Dario Sautto