In questa campagna elettorale ci è toccato assistere ai comportamenti incongruenti dei candidati a sindaco delle coalizioni maggiori, almeno sulla carta. Da una parte Vozza, che ha proposto la solita lista di interventi -a suo dire- necessari per la Città, dimenticando che, negli ultimi cinque anni, è stato proprio lui a governarla senza riuscire a realizzarli, assecondandone il degrado senza mettere in campo energie sufficienti a contrastarlo. Dall’altra Bobbio, la cui campagna elettorale si è contraddistinta per manifesti, striscioni e megafoni selvaggi, palesi violazioni delle più elementari regole di civiltà e decenza, come l’intrusione di stamattina in un istituto scolastico senza autorizzazione e durante gli orari di lezione, al solo fine di fare campagna elettorale persino coi bambini. Quest’ultimo, in particolare, già a capo di una pseudo-coalizione disassortita e ingovernabile, tenuta insieme da tutto meno che dall’interesse per i problemi della Città, priva di ogni coerenza rispetto all’ideologia di centrodestra causa l’acquisizione di personaggi che avevano sempre militato nel centrosinistra e fatto parte dalla giunta Vozza, non ha fatto altro che prodursi in reboanti dichiarazioni di stampo propagandistico. Dalle dichiarazioni contro la privatizzazione dell’acqua a quelle sulla delocalizzazione degli immobili abusivi di Varano, dall’acquisto del Crowne Plaza allo sblocco delle commesse di Fincantieri, dal riaffidamento delle concessioni ai balneari al protettorato sulle attività di Corso De Gasperi fino al ritorno della cultura in una Città che, in materia, ha tanto da insegnargli, Bobbio si è esibito in un crescendo di autostima e di culto della (propria) personalità. Tuttavia, sono convinta che gli stabiesi apprezzino chi ha fatto scelte difficili e penalizzanti per non perdere la dignità e la coerenza e che diffidino da chi si spaccia per Stabiese e non lo è, da chi fa solo propaganda definendosi il salvatore della patria senza aver mai fatto niente per acquisirne il titolo.