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Vincerà il migliore?

Queste elezioni passeranno alla storia per il fatto che la campagna elettorale non c’è stata. O meglio non ha interessato quasi nessuno. Molti candidati si sono affannati ed hanno speso tanti, troppi soldi, per imbrattare i muri delle città ed anche per comprare, secondo indagini in corso, pacchetti di voti da bande criminali. Moltissimi hanno partecipato, ma con scarso entusiasmo,  poca convinzione, nessun programma. Una mera esibizione di scatole vuote che hanno accresciuto l’indignazione degli elettori e ne hanno aumentato il disinteresse per il voto. Un gran bel risultato per la democrazia.

La disperazione di uomini e donne che hanno perso il lavoro, di giovani che non riescono ad immaginare un buon futuro, di territori soffocati dalle attività criminali della camorra, di imprese collassate da un’economia che non riparte e crea nuovi poveri, non è stata intercettata da ciò che resta dei partiti.

I programmi elettorali, spesso incomprensibili, perché generici e talvolta astratti, sono stati interpretati come un’ulteriore barriera tra le “caste” dei candidati, sia di destra che di sinistra, e i cittadini alle prese con tanti problemi quotidiani che abbassano vertiginosamente la qualità della vita di tutti.

Una sanità sempre più grossolana ed inefficiente e servizi pubblici sempre più inadeguati, esasperano insopportabilmente i cittadini che alla politica e alle istituzioni pubbliche addossano tutte le responsabilità della cattiva gestione. Eppure in queste elezioni amministrative avremmo dovuto sentir parlare di soluzioni alle inefficienze di regione e comuni in settori strategici per la qualità della vita e lo sviluppo ed invece tanto silenzio, molti slogan, nessuna concretezza che sommati danno, quale risultato, tanto disinteresse ed esagerata sfiducia.

In tanti temono una forte assenza dal voto e i sondaggi confermano che sarà consistente.

I candidati presidenti, Caldoro per il centro destra e De Luca per il centro sinistra, sono piaciuti poco alle rispettive coalizioni.In molti casi si è notata la loro assenza.  Si sono affermati in poche occasioni. Caldoro quando Berlusconi è venuto a Napoli per lanciargli lo sprint e riaffermare il concetto caro agli elettori del centrodestra: in Caldoro ci sono io, state tranquilli e votatelo. Mentre De Luca quando ha riempito, da solo, piazza del Plebiscito per dire votate per me e vi farò dimenticare le inefficienze del mio predecessore.

Il dubbio che in questo scenario vincerà il migliore è veramente forte. Anche perché, viene da chiedersi, ma la sfida è veramente tra i migliori e tra gli schieramenti politici o ancora una volta è un regolamento di conti tra bande di superstiti e fantasmi del passato che affollano, con rancore e voglia di saccheggio, i territori devastati della politica?

Antonio Irlando

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