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Boom delle discipline analogiche

A Roma l’8% dei cittadini soffre di depressione, attacchi di panico e stati d’ansia, malesseri dai quali possono anche derivare dipendenze dall’alcol, droga o gioco d’azzardo. A lanciare l’allarme è l’Accademia Internazionale “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche (www.accademianalogica.com) che pone in evidenza anche come nella Capitale sia diventata ormai una moda il consumo di semi di piante tropicali che provocano allucinazioni e che si comprano senza infrangere la legge. Si chiamano «smart drug» all’inglese o «bio-droghe» all’italiana. «Ma il prefisso bio serve solo a rendere più accattivante un prodotto che invece può essere pericolosissimo, soprattutto se associato all’alcol» spiega lo psicologo romano Stefano Benemeglio, padre dell’Ipnosi Dinamica (www.ipnosibenemeglio.com) e presidente dell’Accademia Internazionale delle Discipline Analogiche (www.accademianalogica.com). Questi semi di piante tropicali ufficialmente sono in vendita per essere piantati e non ingeriti: semi come il «Morning Glory» (ipomea violacea) o come l’«Hawaian Baby Woodrose» (argyreia nervosa), che dovrebbe fare germogliare una bellissima pianta dai fiori bianchi e blu, ma se ingeriti possono provocare allucinazioni perché contengono una serie di alcaloidi indolici strutturalmente correlati con l’Lsd. Droghe a tutti gli effetti, ma legali. La produzione sta aumentando anche direttamente in Italia e non riguarda solo i semi tropicali. Tra i prodotti in commercio c’è praticamente di tutto: estasi vegetali, bevande energetiche che fanno ballare per tutta la notte, gomma da masticare ottenuta da un’erba africana con effetti meditativi narcotici, biscotti a base di surrogati della canapa e perfino la «knaster», una miscela di canapa sativa lungamente utilizzata dai nativi nordamericani che oggi viene commercializzata in Europa come base per misture da fumo e che in Italia viene proposta come deodorante per ambienti, sconsigliandone l’utilizzo per consumo umano. «Chi le presenta come un fenomeno di tendenza la chiama “smart drug” e dice che non fanno male. Ma questi prodotti possono essere molto pericolosi per la salute fisica e soprattutto per quella mentale. Sono sostanze che alterano le percezioni visive, uditive, tattili e temporali, proiettando l’individuo in una dimensione irreale ed esponendo la persona a rischi notevoli. L’alterazione della percezione dell’io può generare attacchi di panico: un soggetto può diventare aggressivo verso sé stesso e verso gli altri e può addirittura lanciarsi nel vuoto credendo di poter volare» avverte Stefano Benemeglio.

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