Stava tentando di rubare un furgone insieme a tre complici, ma è stato inseguito nei vicoli di Scanzano ed arrestato dalla polizia. È finito in manette la scorsa notte Domenico Schettino, 18 anni, incensurato, nipote del defunto boss Michele D’Alessandro. Gli agenti del commissariato stabiese, guidati dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso, hanno tratto in arresto il 18enne per furto aggravato di un furgone Fiat Fiorino bianco, di proprietà di un cittadino bulgaro, reato commesso in concorso con altre tre persone al momento sconosciute e ricercate. Intorno alle 2 di notte, tra via Carmine D’Apuzzo e viale Delle Terme, durante un servizio di controllo del territorio, una volante della polizia ha notato due persone, con il volto coperto da passamontagna scuro, che spingevano il furgone cercando di metterlo in moto. All’interno del veicolo, palesemente rubato, c’erano altre due persone che stavano unendo i fili e forzando il quadro d’accensione. In quel mentre, i quattro si sono accordi dell’auto della polizia: la volante stava uscendo dal rione Scanzano, i quattro hanno abbandonato il veicolo ed hanno tentato la fuga a piedi nei vicoli del quartiere “caro” al clan D’Alessandro. I poliziotti hanno abbandonato loro stessi la vettura, ed hanno cominciato ad inseguire i quattro che, ad un certo punto, si sono divisi. Gli agenti hanno così seguito soltanto uno di loro che ha proseguito la fuga in via Pergola, cercando anche di rovesciare un cassonetto dei rifiuti contro gli stessi, togliendosi il passamontagna e gettandolo a terra. Pochi istanti dopo è stato raggiunto, bloccato ed arrestato. Trasferito in commissariato, il giovane è stato identificato come Domenico Schettino, nipote del defunto boss Michele D’Alessandro: interrogato, il 18enne ha affermato di aver tentato il furto del furgone da solo e che gli altri tre non c’entravano nulla. Il giovane vive con la zia paterna che ha portato in commissariato il documento d’identità del 18enne, il quale ora è in attesa di essere giudicato con rito direttissimo. Nel veicolo, riconsegnato al proprietario, è stato scoperto che era stato forzato il quadro d’accensione ed i collegamenti elettrici per la messa in moto erano stati assicurati annodando i relativi fili, mentre con un estrattore artigianale d’acciaio, rinvenuto nell’abitacolo, era stato estratto il nottolino della chiave di accensione. Inoltre, sono stati sequestrati alcuni arnesi da scasso, ovvero un estrattore artigianale in acciaio dei nottolini, chiavi accensione d’auto corredate da due viti d’acciaio e idoneo chiavino esagonale.
Dario Sautto