Ieri circa mille persone si sono date appuntamento a via Nespole della Monica animando una grande assemblea pubblica che ha discusso sulle azioni che il movimento antidiscarica metterà in campo nelle prossime settimane. La partecipazione in massa della popolazione, che da giugno scorso soffre dell’apertura del primo sversatoio all’interno dell’area protetta, ha fatto sì che l’unica strada percorribile per gli autocompattatori diretti al sito si bloccasse immediatamente. Nessun camion si è visto sino alle 2 di notte, e questo è già un mettere della sabbia negli ingranaggi ben oleati della macchina dell’inquinamento che ogni settimana vede arrivare migliaia di mezzi carichi di rifiuti urbani e tossici alle falde del Vesuvio. La gente ha provato a raggiungere i cancelli della SARI in corteo, ma l’enorme spiegamento di forze dell’ordine ha sbarrato loro la strada. In alternativa sono riusciti a bloccare la via provinciale Panoramica, snodo nevralgico tra i comuni di Boscotrecase, Boscoreale e Terzigno. Partendo dallo scempio ecologico che sta decomponendo il territorio vesuviano, la critica che dal basso i movimenti fanno è tesa a disvelare tutto il sistema lucroso e criminoso di gestione dei rifiuti che in Campania significa sostanzialmente moltiplicare la costruzione di megadiscariche ed inceneritori. La popolazione autorganizzata ha invece ben chiare le alternative: raccolta differenziata, trattamento meccanico biologico, riciclo, riuso e compostaggio. Parlano del sistema Vedelago, di indirizzare le politiche ambientali verso scelte sostenibili mirate ad aumentare la qualità della vita. Hanno argomenti insomma, conoscono a menadito le alternative. Ma oggi quello che pretendono con fermezza è il ristabilimento di un equilibrio spezzato: un nuovo diritto alla salute, visto che quello vecchio garantito dall’art.32 della Costituzione è stato cancellato, seppellito per decreto.
Vincenzo Iandolo