Questo pomeriggio alle 17, Luigi Bobbio si insedierà a Palazzo Farnese, per la prima volta come sindaco di Castellammare di Stabia. Varcato il portone d’ingresso del Comune stabiese, inizierà ufficialmente il duro lavoro di primo cittadino in una cittadina tutt’altro che facile da amministrare e, spesso, da vivere. Le emergenze si chiamano ancora legalità e lavoro, cose che vanno di pari passo con tutte le altre piccole e grandi difficoltà che Castellammare vive. La camorra attanaglia una città ricca di potenzialità inespresse e la rende poco “normale”. E la ricerca della “normalità” è uno dei punti principali del programma di Bobbio che vuole essere «il sindaco di tutti» perché «c’è tanto da fare e voglio iniziare subito a lavorare». Le amministrative sono giunte dopo un anno nero per la città: a elezioni concluse, infatti, non ci sono ancora gli atti della commissione d’accesso prefettizia inviata a Palazzo Farnese, e ancora sono tanti i dubbi che la stessa porta con sé. La crisi economica, poi, sta mettendo in ginocchio Castellammare: non solo Fincantieri, che necessita del bacino di carenaggio per continuare la sua produzione, ma anche piccole imprese e, ultimo in ordine di tempo, il Crowne Plaza, lussuoso albergo costruito con l’80% di fondi statali pochi anni fa e già vicino al licenziamento di quasi metà dei suoi lavoratori. E poi, ancora, le Terme, fonte potenziale di incasso per la città, ma alla ricerca della sua dimensione. «Rilanceremo l’immagine di Castellammare nei circuiti turistici internazionali – assicura Bobbio – valorizzandone le straordinarie risorse naturali. Archeologia, balneazione e termalismo torneranno a recitare un ruolo da protagonisti nell’economia locale. Anche gli imprenditori troveranno nella mia amministrazione un interlocutore sicuro e affidabile». Insomma, Castellammare necessita di una svolta vera che Bobbio ha il compito di dare a tutti i costi: un fallimento amministrativo non è assolutamente pensabile ora che «la città potrà contare su una sinergia istituzionale che, partendo dal Comune e passando per Provincia e Regione, arriva fino al Governo».
Dario Sautto