Il padre di Catello Romano, 20enne ritenuto uno dei presunti killer del consigliere comunale Gino Tommasino, ieri mattina è stato denunciato per guida di un veicolo con polizza assicurativa fasulla, infrazione che comporta anche il ritiro della patente e il sequestro dello stesso veicolo. A sorprenderlo, gli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, guidati dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso. Infatti, nelle ultime settimane sono stati intensificati i controlli della polizia nei quartieri cari alla malavita organizzata stabiese, dove regnano illegalità diffuse di vario genere. Non solo spaccio di stupefacenti o detenzione di armi, ma anche piccoli reati, spesso legati al codice della strada, che rappresentano un introito notevole per i clan stabiesi. L’interesse delle forze dell’ordine, in particolare, resta concentrato sul rione Scanzano, storica roccaforte dei D’Alessandro, dove viveva prima dell’arresto anche il giovane Romano, appena 20 anni, incensurato e tesserato del Pd prima dell’omicidio del consigliere comunale stabiese. Proprio lì, a Scanzano, continuano i controlli delle forze dell’ordine, che appena una settimana fa hanno portato ad un altro arresto eccellente se tiene in considerazione la parentela: infatti, a dispetto dei suoi 18 anni e del suo cognome, Domenico Schettino potrebbe essere considerato un semplice ladruncolo di furgoni. Invece, è il nipote del defunto boss Michele D’Alessandro. Tutto ciò sta accadendo proprio in questa zona di Castellammare, dove forte è la presenza della malavita organizzata. Non stupisce che il padre di Catello Romano abbia un’assicurazione fasulla: a Scanzano negli ultimi anni sono state scoperte diverse centrali del falso, capaci di fruttare migliaia di euro con certificazioni, quali le assicurazioni per le auto taroccate, vendute a prezzi che oscillavano tra i 200 ed i 500 euro, anziché le esorbitanti cifre che normalmente sono costretti a pagare gli utenti “legali”. Parlando di Romano, naturalmente, non si può non pensare all’agguato di camorra dello scorso anno. Nell’ambito delle indagini, ancora in corso per scoprire le motivazioni del gesto e dare un volto certo a mandanti ed esecutori, sono state arrestate già cinque persone e sorprese potrebbero arrivare dalla diffusione dei risultati della commissione d’accesso, ancora segreti nonostante quel filone d’indagine sia chiuso ormai da tempo. Per gli inquirenti il mandante dell’omicidio è il boss Vincenzo D’Alessandro, non ancora ufficialmente inquisito per tale efferato assassinio, mentre gli esecutori dell’agguato del 3 febbraio 2009 al viale Europa sono altri. Tra i presunti killer ci sono Salvatore Belviso, 26enne cugino e braccio destro di D’Alessandro junior; Raffaele Polito, 23 anni, uno dei basisti; Renato Cavaliere, 38 anni, il più esperto del gruppo di sicari; e proprio Catello Romano, 20 anni, il più giovane e spietato della gang, che era stato arrestato, aveva deciso di pentirsi, era fuggito, ed è stato nuovamente arrestato un mese dopo la sua fuga.
Dario Sautto