Intuizione ruggente. Ritorna più forte di prima il maculato

S.O.S. avvistamenti sospetti: “ruggenti figure” si aggirano nella savana urbana, pronte a farsi largo. Leopardi, ghepardi, zebre e tigri si muovono tra le strade dell’urban jungle quotidiano. Ma calma: le belve feroci si sono trasformate in docili gattini. ANIMALIER, THAT’S GLAMOUR.
Uno dei temi più cari della moda anche quest’inverno ha invaso il guardaroba con la sua proposta “maculata” per abiti, capispalla e accessori. Sofisticato o wild, aggressivo o dolcemente sensuale, ha una storia antica e molti rimandi simbolici. Quando lo si nomina si pensa al lusso estremo, assoluto, culto per pochissimi adepti. Oppure al suo opposto: a signore platinate, fasciate in tubini di spandex, barboncino (?-vedi le acconciature-) al guinzaglio, ancheggianti per le strade di Miami. GLAMOUR VERSUS TRASH. MA LA SUA STORIA HA RADICI ANTICHI E NOBILI. Infatti nei tempi che furono era un’insegna di comando, privilegio di un’aristocrazia fatta di principi, magistrati e sacerdoti; simbolo di forza e virilità per l’uomo nell’antica Grecia. In Egitto invece le donne maculavano le proprie tuniche con una tecnica simile allo stencil. Macchie leopardate scorte nei ritratti dei potenti rinascimentali, così come per il trono di Napoleone e i cappotti bordati del dandy nostrano G. D’Annunzio, nonché le stanze del suo Vittoriale. Nella moda contemporanea è stato invece introdotto (destando scandalo) da Christian Dior: con il new look del’47 e gli abiti di chiffon stampato. La mise preferita delle attrici più importanti del periodo, che ne facevano largo abuso con cappotti e borse. Raffinatezza, eleganza, preziosità mantenuta fino agli anni ’80, che ne hanno cambiato i connotati, democratizzandolo, in un certo senso, ma rendendolo talvolta eccessivo soprattutto quando divenne una caratteristica del movimento punk (ricordate l’abbinata leggins leopardati+anfibi carrarmati?!). Maculate anche le ciocche delle graziose scene queen che invadono social network con pose maliziose e ammiccanti.
Ciononostante, l’animalier rimane un simbolo di glamour che con gli anni ha riconquistato il proprio trono nel fashion system.
Non più il maculato indossato con esotismo felino da Ava Gardner nei ’50.E nemmeno la versione pin-up alla Betty Page, agguerrita e predatrice, pronta a sfoderare gli artigli. Le stampe si sono lasciate addomesticare e oggi non spaventano più i cacciatori maschi che di fronte a certe mise selvagge un tempo sarebbero fuggite a gambe levate( ammettiamolo: le battute maschili era un forte!!).Sembra un paradosso ma i micioni della savana hanno cambiato il pelo , scoprendo un COTE’ DOLCE, ROMANTICO E SIMPATICO. Bye bye fidanzata di Tarzan!!
Ne sa qualcosa Anna Molinari, che ha celebrato questo suo “primo amore” con la linea Blumarine A/I, dimostrando come anche il più grafico e segnaletico degli animal print può essere trattato con leggerezza. Stampandolo nelle tonalità pop alla Andy Warhol, rimandando ad immaginari Eighties, in un trionfo di colori fantasmagorici capaci di donare tocchi  biricchini e divertenti all’outfit. Una versione urban jungle ultracolorata per look osati dalla testa ai piedi. Senza timore!
Non più MACCHIA NERA dunque. Ma anche ROSA, GIALLA, TURCHESE. Come una zampata che spunta qua e là su borse, gioielli, dècolletèes.Un graffio davvero inedito!!
Di certo non ammette mezze misure: lo si ama oppure no. Ma anche la più sobria delle signore o la più intransigente delle dark ladies avrà ceduto almeno una volta all’accessorio “graffiante”.Che potrà essere avvicinato con eleganza e misura; un tocco sufficiente per ribadire uno stile. La borsa rimane l’accessorio più glam; le scarpe saranno accuratamente selezionate in base al look; l’abito invece, il capo al quale prestare più attenzione per non esagerare con volumi e forme e ritrovarsi con una mise “flinstoniana”. E poi la sua poliedricità permette di creare infiniti accostamenti…un alleato davvero prezioso!!
Provate l’accoppiata audace dei tonchetti maculati con pellicciotto, leggins in pelle ,camicia di seta dal sapore retrò ed un bel basco calato sulla testa..UN TOCCO.. CHE LASCIA DAVVERO IL S

M. Chiara D’Apolito

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