A Torre Annunziata due clan imponevano il pizzo ad un imprenditore: 11 arresti

Immagini della Madonna della Neve dipinte sui muri, impianti di videosorveglianza molto sofisticati per controllare la zona, botole e nascondigli ricavati nelle pareti, dietro armadi e frigoriferi. Queste erano le case delle 11 persone arrestate questa notte dai carabinieri a Torre Annunziata, su ordine della procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, e diretti dal comandante del gruppo torrese, tenente colonnello Andrea Paris. I militari dell’arma sono entrati in azione nel cuore della notte. Decine di carabinieri a bloccare le vie di fuga, un elicottero a sorvolare la zona del Quadrilatero delle Carceri e decine di militari a compier il blitz nella abitazioni dei clan. Tutto è partito dalla denuncia di un imprenditore oplontino, stretto nella morsa di due clan rivali che gli chiedevano il pagamento del pizzo. Soldi che “Garbildi” – così è stato chiamato il coraggioso imprenditore nautico, primo torrese a denunciare il racket – era costretto a versare periodicamente nelle mani degli esattori dei due clan rivali. Gli “attrezzi nautici destra” e gli “attrezzi nautici sinistra” spesso erano consegnati nelle mani di minorenni, uno dei quali è tra gli arrestati. I soldi servivano al clan più che altro per acquistare sigarette o scarpe di marca. L’imprenditore ha deciso di rimanere a Torre Annunziata, dove ora vive sotto protezione. Il blitz delle forze dell’ordine è partito nel cuore della notte da palazzo Fiengo, roccaforte del clan Gionta. Poi, la volta degli affiliati al clan Gallo-Cavalieri.

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