La domanda comune è “chi è stato?”, ma soprattutto “cosa accadrà ora?”. Alcuni, con una scia di nostalgia, ricordano i tempi passati, ove la camorra c’era eccome (e chissà che non ritorni).
Sembra un quadro grigio e senza speranza? Lo è.
Ma non c’è da prendersela con la vox populi; è inutile, si finirebbe per essere considerati moralisti o appellati attraverso aggettivi ancor meno lodevoli.
C’è da prendersela, eccome, con le istituzioni.
Dov’è il sindaco? Dove sono gli assessori?
È passato un mese e non si è visto nessuno. Nessun gesto o segnale che sia partito dall’amministrazione comunale per condannare l’accaduto. Parliamo di omicidio di camorra, e non della sagra degli antichi sapori o della festa della pasta (anche perché in quel caso la giunta sarebbe presente al completo).
Dove sono tutti?
Si è dunque autorizzati a pensare di essere soli.
Di essere nient’altro che un altro paese in provincia di Napoli che “deve” arrendersi alla camorra.
Si parla tanto del radicamento dello Stato sul territorio, per far sentire la propria presenza e, soprattutto, per non far sentire soli commercianti e aziende, che hanno sempre la mano del racket pronta a colpire.
Ma Gragnano non è diversa da altri paesi della provincia. Gragnano è poco più di un dormitorio, dove è meglio stare zitti per non avere problemi.
È meglio stare zitti per non svegliare nessuno dal sonno della ragione.
Carmine Stile
Giovani Democratici di Gragnano