Nessun “Vesuviano” può fingere di non vedere

Come al solito la colpa è di “nessuno” e le conseguenze sono per tutti. Il Gazzettino vesuviano che proprio nel nome si connota come organo d’informazione legato a filo doppio con un territorio, un’ area profanata dalla falsa cecità di chi ha deciso l’impen-sabile, non può fingere di non vedere.
Un intero territorio condannato a morte e i sui abitanti destinati a seguire lo stesso destino della “montagna” come viene chiamato il Vulcano, forse l’unico “buono” veramente. Buono perché non si è ancora ribellato a ciò che gli stiamo facendo, soffrendo e subendo senza reagire come lui solo saprebbe fare. Chissà se una sua reazione sarebbe più dannosa delle sciagurate decisioni prese da chi non ha saputo trovare posto migliore per accumulare “monnezza”, decidendo per un area protetta, un ambiente florofaunistico unico al mondo. L’incoerenza è troppo evidente e dovrebbe scattare inevitabilmente l’indignazione. Un sistema che da una parte stanzia risorse per un Parco Nazionale, che dovrebbe essere prodromico a una rinascita del territorio, del turismo del benessere, e dall’altra lo affonda definitivamente sotto una montagna di rifiuti, magaritossici, pericolosi e senza controllo. E allora buonanotte alle eccellenze. Buonanotte a chi per anni ha portato avanti la crociata del pomodorino del piennolo, a chi si impegna a produrre i fanosi vini del Vesuvio conosciuti già dai latini. Come concepire colture  e porodotti doc, dop, igp ad un passo dalla discarica o meglio circondati dalle discariche?
Oggi i cittadini di tutta l’area vesuviana celebrano il funerale del Vesuvio, ma è sicuramente un segnale di speranza. Il futuro e nelle nostre mani e il Gazzettino, oggi listato a lutto, sarà presente e attento al fianco di chi alza la voce, al fianco di un territorio, al fianco del Vesuvio.
Gennaro Cirillo

Come al solito la colpa è di “nessuno” e le conseguenze sono per tutti. Il Gazzettino vesuviano che proprio nel nome si connota come organo d’informazione legato a filo doppio con un territorio, un’ area profanata dalla falsa cecità di chi ha deciso l’impen-sabile, non può fingere di non vedere.Un intero territorio condannato a morte e i sui abitanti destinati a seguire lo stesso destino della “montagna” come viene chiamato il Vulcano, forse l’unico “buono” veramente. Buono perché non si è ancora ribellato a ciò che gli stiamo facendo, soffrendo e subendo senza reagire come lui solo saprebbe fare. Chissà se una sua reazione sarebbe più dannosa delle sciagurate decisioni prese da chi non ha saputo trovare posto migliore per accumulare “monnezza”, decidendo per un area protetta, un ambiente florofaunistico unico al mondo. L’incoerenza è troppo evidente e dovrebbe scattare inevitabilmente l’indignazione. Un sistema che da una parte stanzia risorse per un Parco Nazionale, che dovrebbe essere prodromico a una rinascita del territorio, del turismo del benessere, e dall’altra lo affonda definitivamente sotto una montagna di rifiuti, magaritossici, pericolosi e senza controllo. E allora buonanotte alle eccellenze. Buonanotte a chi per anni ha portato avanti la crociata del pomodorino del piennolo, a chi si impegna a produrre i fanosi vini del Vesuvio conosciuti già dai latini. Come concepire colture  e porodotti doc, dop, igp ad un passo dalla discarica o meglio circondati dalle discariche? Oggi i cittadini di tutta l’area vesuviana celebrano il funerale del Vesuvio, ma è sicuramente un segnale di speranza. Il futuro e nelle nostre mani e il Gazzettino, oggi listato a lutto, sarà presente e attento al fianco di chi alza la voce, al fianco di un territorio, al fianco del Vesuvio.

Gennaro Cirillo

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Da sempre abituato a vivere con il Gazzettino vesuviano in casa, giornale fondato pochi anni dopo la sua nascita dal padre Pasquale Cirillo. Iscritto all'ordine dei giornalisti dal 1990, ricorda come suo primo articolo di politica un consiglio comunale di Boscotrecase, aveva 16 anni. Non sa perchè gli piace continuare a fare il giornalista, sa solo che gli piace, e alle passioni non si può che soccombere. "Il mestiere più bello del mondo".