Sant’Antonio Abate, abbattimenti: “Il comune ci aiuti a trovare casa”

“Viviamo giornate d’inferno perchè abbiamo perso tutto. La famiglia è angosciata e divisa e la cosa che più ci rastrittisce è vedere i nostri figli vivere divisi in giro senza una casa di riferimento”. A pochi giorni dalle demolizioni realizzatasi nel comune di Sant’Antonio Abate, parla Federico Montuori, proprietario di una delle case demolite in periferia, in via Paludicella. Il suo caso, ancora più noto nella faccenda degli abbattimenti sia per la presenza nella sua famiglia di una persona diversabile e sia per l’impossibilità a trovarsi un’altra sistemazione, aveva ricevuto anche una segnalazione da parte della Procura Generale di Napoli per essere seguita in particolar modo dall’ammistrazione comunale. La sua casa costruita in aperta campagna e immersa in un piccolo giardino, è stata l’ultima demolita durante la giornata di Giovedì scorso. Considerando il suo caso, la stessa amministrazione comunale di Antonio Varone già alcuni giorni prima delle demolizioni aveva segnalato e messo a disposizione della famiglia Montuori ben tre abitazioni da prendere in affitto per permettere il trasloco prima dell’arrivo delle ruspe, delle quali la stessa famiglia Montuori aveva già preso visione ma ritenendole momentaneamente non idonee per alcuni lavori interni da eseguire. Inoltre da parte del comune, trattandosi di appartamenti di proprietà di privati, era stato messo a disposizione per la famiglia Montuori e lo è a tutt’oggi, anche un contributo a sostegno dell’eventuale fitto. Federico Montuori, muratore e padre di tre bambini, ormai vive insieme alla moglie giornate di disperazione e si appella a tutta l’amministrazione comunale affinchè possa al più presto rendere i locali trovati disponibili, idonei e vivibili: “Sono già trascorsi alcuni giorni e purtroppo viviamo ancora a casa di alcuni parenti. Per l’impossibilità che c’è vivamo separati in due case, dove ci siamo sistemati io, mia moglie e mio figlio diversabile da un mio cognato e le mie due figlie da un’altra cognata. Purtroppo sono giornate difficili e vorremmo che tutto ritornasse alla normalità al più presto. Chiediamo di nuovo al sindaco Antonio Varone e alla sua amministrazione di aiutarci al più presto per trovare una sistemazione idonea per la nostra famiglia. Le case visionate – precisa Federico Montuori – presentano dei lavori interni incompleti perchè presentano delle infiltrazioni di acqua, mancano le pitturazioni delle pareti e le protezioni metallitiche all’esterno dei balconi. Per rendere idonee e salubri queste case, chiediamo con urgenza un presto intervento dell’amministrazione comunale affinchè si adoperi al più presto. Con mia moglie, dovevo incontrarmi con alcuni amministratori locali per accordarci sugli interventi da eseguire, ma fino ad oggi non abbiamo avuto modo di essere ricevuti da nessuno”. Il drammatico caso della famiglia Montuori di Sant’Antonio Abate se da una parte sta diventando tragicamente noto per la disperazione e l’avvilimento della stessa famiglia sta vivendo quotidianamente anche per la presenza all’interno del proprio nucleo di una persona diversabile, dall’altra provoca clamore per come un’amministrazione comunale, quella guidata del sindaco Antonio Varone, sia stata la prima fino ad oggi ad assitere una famiglia sfrattata per l’esecuzione di una demolizione, mettendo a disposizione un’abitazione e pagandogli perfino un contributo a sostegno dell’eventuale fitto.

Vincenzo Vertolomo

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