Portici: “Ridateci l’acqua”. Migliaia di firme nella cittadina porticese

Enzo Arciello

Non c’è alcuna sponsorizzazione di partiti a destra o a sinistra, non sventolano bandiere di alcun colore: la gente accorre a firmare perché sente che è una battaglia di civiltà, capisce che, una volta tanto, lotta per un interesse personale generalizzato. E’ in atto, a livello nazionale, la raccolta firme per un referendum che abroghi la legge sulla privatizzazione dell’acqua che è un bene comune ed essenziale e nessuno deve appropriarsene per ricavarne profitti. A livello locale il problema è molto sentito e il gazebo approntato alla bisogna risulta sempre gremito di gente che dà il suo convinto consenso. In particolare il referendum chiederà agli italiani di fermare la privatizzazione dell’acqua abrogando l’articolo 23 bis della legge 233/2009 che ne accelera la procedura, dell’articolo 150 del D.L. 152/2006 che sancisce l’affidamento della gestione a società di capitali e infine dell’articolo 154 dello stesso D.L. per evitare la possibilità di trarre profitti dalla stessa gestione. “L’acqua non deve essere sul mercato – ci dice un anziano compaesano –alla mercé di società che tendono a capitalizzare anche un bene comune essenziale. L’acqua deve avere la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali” Quando accenno al colore politico della rivendicazione è un coro unanime dei presenti sulla necessità di pensare, in questo caso, al proprio giovamento più che allinearsi con Berlusconi o Bersani. E si va a firmare con convinzione e decisione. A Portici, la campagna di raccolta firme è partita dal 24 aprile scorso e proseguirà fino al 4 luglio prossimo con il gazebo prevalentemente presente a Piazza San Ciro e nei prossimi giorni della festa patronale si prevede un afflusso record a significare che quando parla l’interesse personale la politica governativa o meno lascia il tempo che trova.

Nora Ceratto
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