Portici: un grande progetto al centro di salute mentale

Concetta Ruggiero, Pasquale Di Costanzo e Giovanna Ferraro

La lettura di un opuscolo creato dai familiari degli utenti con la consulenza di Concetta Ruggiero , l’informativa piena di entusiasmo di famiglie coinvolte e la conseguente presa d’atto della collaborazione del U.O.S.M. di Portici-Ercolano smuove la curiosità che cresce con gli anni e che è prerogativa del mestiere. E il pensare e il recarci in loco a capirci qualcosa è tutt’uno.

Troviamo sul posto Pasquale Di Costanzo, psichiatra, e Giovanna Ferraro, psicologa, e la gentilezza nell’accoglienza è pari alla loro professionalità e alla fine evinciamo che avessimo trovato gli altri promotori di questa splendida iniziativa (la stessa Ruggiero, Enrico Amino, Maria Cristina, Ornella Formisano, Lia Zuppella) avremmo viaggiato sugli stessi livelli. Perché parliamo già in premessa di professionalità condita di grande passione e di splendida iniziativa? Basta seguirci per capirlo e, a livello personale, invitiamo anche le istituzioni preposte a entrare nel problema sostenendo appieno l’operato di questa gente.
Non c’è bisogno dell’interroga-torio, i due dottori illustrano all’unisono il progetto con la calma e la precisione che adoperano per i loro utenti.
Questo gruppo di specialisti già dalla fine del secolo scorso capì che , in fase di prevenzione e susseguentemente di aiuto nel decorso della malattia, il coinvolgimento operativo della famiglia era essenziale e partì con una fase di preparazione dei parenti nell’affrontare piccole tematiche specifiche e nel prevenire stati di crisi. Furono reclutate famiglie di degenti di varie patologie e la “scuola” venne accolta  e seguita con un entusiasmo e un impegno sempre crescente. Lontani anni luce dalla presunzione di creare psichiatri in miniatura, la conoscenza di piccole problematiche da parte di chi deve ogni momento seguire il proprio caro si è rivelata fondamentale e assai produttiva. La prima fase, chiamiamola sperimentale, produce un crescente entusiasmo, e nel susseguirsi del progetto viene inserita anche una componente ludica (la visione e discussione di film con il commento e le considerazioni anche dei pazienti, per esempio) e, su iniziativa delle famiglie, nasce anche una Associazione Onlus e l’opuscolo di cui parlo in premessa.
“Solo insieme siamo forti” campeggia sulla copertina e all’interno i portatori di varie patologie si raccontano e raccontano i loro momenti, le loro delusioni, la loro voglia di vivere il normale senza paure e vergogne. E a fianco ai familiari è viva e partecipe la presenza dei vari specialisti con un’opera costante di presenza professionale e ben al di là di quanto previsto dal compitino facile facile di operatori del settore. E  non c’è davvero bisogno di essere Mago Merlino per cogliere la voglia di fare e la passione di questa gente che fa onore a una sanità di cui mai si parla in termini positivi e alla mia logica domanda sulla risposta delle istituzioni solo le loro facce senza sorriso mi fanno capire che di sostentamento c’è davvero poco. Non abbiamo lo spazio per puntare i riflettori su tante altre iniziative collegate ma quello per mandare un messaggio chiaro a chi ha lo scettro lo troviamo: se abbiamo la fortuna di avere professionisti di questa portata che ci rimettono di tempo e di tasca, che scendono in campo con idee innovative che si rivelano vincenti, che hanno capito che la prevenzione è la strada da battere, che hanno voglia e capacità di dare e di fare, mettiamoci al loro fianco e diamo loro i mezzi per operare in serenità e in visibilità, allarghiamo l’orizzonte guardando anche solo un po’ al di là del proprio naso e dei propri interessi.
Gianni di Napoli
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