Tarsu per i Bed & Breakfast, l’Abbac richiede un parere all’Anci Nazionale

Agostino Ingenito, presidente Abbac

Tarsu per i bed e breakfast, la protesta dell’associazione di categoria giunge fino a Roma.  “E’ assurdo che una famiglia che paga già per sé una delle tasse più elevate rispetto alle altre province e regioni, sia costretta a versare per  lo smaltimento dei rifiuti al pari di un albergo di cinquanta camere per un’attività che di camere a disposizione dei turisti ne ha al massimo di tre.” Dura protesta e variegate azioni a difesa del comparto ricettivo extralberghiero  sono state avviate dall’Abbac, l’associazione regionale del settore, aderente a Confesercenti Campania. “Le nuove regole imposte dal decreto del Governo che individua nella Provincia, l’ente di gestione della tassa, affidando ai comuni le tariffe e gli eventuali rincari- dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito- rischia di alimentare l’ennesima beffa per il nostro settore “.  La normativa regionale dispone che un bed and breakfast è un’attività ricettiva non  professionale, gestita all’interno della propria residenza ed integrativa del reddito. “ E’ un’autentica vessazione , l’equiparazione che il legislatore ha compiuto nel mettere nella stessa categoria,alberghi e b&b – continua Ingenito- Avevamo già intrapreso un’azione legale contro i comuni che prima del decreto governativo avevano effettuato questa equiparazione, avendone ragione e bloccando i procedimenti”. Non è infatti possibile che un’attività non professionale ed assoggettata ai fini Irpef sia equiparata ad una gestita con regime aziendale”.   Richiesto dall’associazione regionale un parere vincolante all’Anci, l’associazione Nazionale dei Comuni Italiani. “ Intendiamo vederci chiaro ed evitare guerre tra cittadini ed enti locali – continua Ingenito- il nostro settore va tutelato e non già vessato perché garantisce un flusso di turismo individuale che se naturalmente non è equiparabile con i grossi numeri del turismo di massa e degli alberghi, consente di arricchire ed integrare l’offerta ricettiva sul territorio o come in molti casi, soprattutto nell’entroterra regionale, ovviando alla mancanza di alcuna forma di ospitalità”. Intanto dall’associazione regionale che ha sede a Via Duomo a Napoli, parte la richiesta agli enti locali di una sospensione degli accertamenti fiscali in attesa del responso e della successiva concertazione. L’Abbac prosegue intanto nell’attività formativa dei gestori, come per il comune di Napoli  dove a seguito dell’approvazione del Regolamento Comunale sta avviando un ciclo di incontri formativi sulla corretta gestione di strutture ricettive extralberghiere. “Continuiamo anche per le altre località turistiche della Penisola, della Costiera e del Cilento, quest’attività di  formazione che va incontro all’esigenza  di tutelare le attività esercitate legalmente e stanare l’abusivismo, accompagnandolo nell’eventuale emersione”. Intanto chiesto ai Comuni una sospensione nell’iter per l’accertamento fiscale per consentire di conoscere i pareri dell’Anci e del Governo Nazionale. “Chiediamo ai comuni di sospendere qualsiasi azione, in attesa del parere, ma siamo pronti qualora i nostri appelli non siano rispettati a muovere azioni di dura protesta”.

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