Circolare con il mezzo sottoposto a fermo amministrativo: non è reato

La Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che non è reato circolare con il mezzo sottoposto a fermo amministrativo, visto la non riconducibilità del fermo amministrativo al sequestro amministrativo. La Cassazione si è espressa in merito ad un ricorso proposto dal Procuratore della Repubblica del Tribunale di Napoli contro la sentenza del Tribunale monocratico di Napoli che ha assolto perché il fatto non sussiste, in relazione all’avvenuta messa in circolazione di un ciclomotore sottoposto a fermo amministrativo. La Suprema Corte ha motivato l’assoluzione secondo il criterio che il fermo amministrativo, cui era sottoposto il ciclomotore, va considerato come sanzione amministrativa accessoria e non come una misura cautelare, pertanto esso non assolve ad alcuna funzione di garanzia rispetto all’uso del bene, quindi non si costituisce il reato ex art. 334 del codice penale. Di diverso avviso è invece il Procuratore della Repubblica ricorrente, il quale afferma che il fermo amministrativo non si distingue dal sequestro, da ciò l’applicabilità dell’art. 334 del codice penale, con conseguente richiesta di annullamento della decisione impugnata e del relativo ordine di dissequestro. I giudici di Piazza Cavour, al contrario, ritengono l’insussistenza della violazione ex articolo 334 del codice penale, allorquando la materialità della condotta di sottrazione abbia ad oggetto beni sottoposti a fermo amministrativo, ai sensi dell’art. 214 del D. lgs. N. 285 del 1992. Tale conclusione della Cassazione tiene conto del concetto dell’impossibile riconducibilità del fermo amministrativo alla nozione di sequestro amministrativo, avuto riguardo ai due distinti profili che attengono al principio di tassatività e di determinatezza delle fattispecie penali ed al divieto del ricorso della analogia in malam partem. 

Valentino Belligerante

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