Ormai stavano insieme da più di cinquant’anni e possiamo dire, in piena tranquillità, che si conoscessero come le proprie tasche eppure si può affermare, in piena tranquillità, che era ed era stata solo una conoscenza superficiale. Mai una volta ci fu il confronto o lo scontro sui rispettivi ruoli all’interno della famiglia che, col passare degli anni divennero vecchi e decrepiti come loro che “magistralmente” ne furono gli interpreti.
Natale classe 1921, Orsolina qualche anno in meno, 1928. Non era bastata la guerra a farli rinsavire ed eccoli battersi uno contro l’altra in schermaglie non amorose ma di vita quotidiana. E il quotidiano li fregò entrambi, svuotandoli di energia, troncando le loro iniziative sul nascere, con sogni impossibili a realizzarsi.
Potrebbe essere l’incipit di un romanzo o di una novella.
Natale e Orsolina, una coppia apparentemente “inossidabile” come si direbbe oggi, alle prese o meglio con l’ossessione di sbarcare il lunario e far quadrare i conti, rappresenta la stragrande maggioranza della gente oggi che vive nelle medesime condizioni e alle prese con gli stessi problemi.
Oggi, Natale ed Orsolina sono ancora viventi, entrambi ultraottantenni, la moglie provvede a tutto ciò che occorre in casa con la pensione del marito e gli fa da infermiere, da barbiere, da cuoca, da donna delle pulizie perché lui non è autosufficiente, anzi è quasi un “vegetale”.
I figli ormai hanno la loro vita e spesso sono assenti ma comunque non in grado di assicurare un aiuto e una presenza costante.
Ora che Natalino è come se fosse un bambino, finalmente Orsolina si sente importante nel suo nuovo ruolo di mamma; d’altronde è stato sempre quello che ha fatto per una vita intera.
Giuseppe D’Apolito