Pennelli di Vermeer: quando il teatro incontra il rock

(…) L’anno era il 2003 e sembrava incombere l’incertezza assoluta dopata da: instabilità politica (post-undici settembre), precariato lavorativo e carenza di valori comuni. Di sicuro, la cosa peggiore da fare in quel periodo era mettere su un gruppo musicale ma pensammo: “Se le cose stanno così è meglio fare la fame suonando che la fame soltanto”. Nacquero i Pennelli di Vermeer e da allora sono successe un sacco di cose (….)
Con queste parole, Pasquale Sorrentino (autore e voce della band), taglia corto sulla nascita di un progetto musicale che in questi ultimi anni sta riscuotendo consensi positivi e, a dispetto di un nome che rimanda ad usi e costumi di una cultura lontana secoli e chilometri da qui, i Pennelli di Vermeer sono figli di questa terra e come tali non potevano non essere concentrati e arrabbiati. 
Due cd all’attivo prodotti dalla storica etichetta napoletana La Canzonetta (James Senese, Peppe Barra, 24Grana), uno uscito nel 2007 dal titolo Tramedannata e l’altro, La primavera dei sordi, pubblicato nel 2008; unico gruppo ad aprire il concerto evento di Pino Daniele a Piazza Plebiscito nel Luglio del 2008, la Premiata Forneria Marconi al Palinuro Coast Festival e Franco Battiato al Meeting del Mare di Marina di Camerota nel 2006.
Vincitori di numerosi premi critica e festival di livello nazionale; ultimo, il premio SIAE “Sergio Endrigo” al Biella Festival preceduto dal premio speciale alla Festa di Piedigrotta consegnatogli direttamente dal musicista Enzo Avitabile con testuali parole: “Premiamo un progetto innovativo nel  panorama musicale emergente che mira alla sperimentazione”.
Mai parole furono più appropriate e difatti la loro musica è una vivace tavolozza di generi che si fondono e confondono tra flussi di parole ora visionarie, ora grottesche, ora ironiche, ora impegnate.
Prima della letteratura e della poesia c’è nei Pennelli di Vermeer la pittura, il cinema e soprattutto quella voglia di raccontare storie che affonda le sue radici nella canzone d’autore italiana.
“Ultimamente – racconta l’autore – prediligo le storie con un messaggio diretto; che sia condivisibile o no non importa, ciò che conta è che ho detto come la penso su un argomento. Sia ben chiaro, una canzone è solo un punto di vista tra milioni e niente di più”.
Certo è che canzoni come “Manifesto cm 70×100”, “Sulla mia scrivania”, “Autogestione”, “Incuboinuncubo” e tutto il repertorio del progetto “La Sacra Famiglia” non lasciano dubbi. La riflessione in chi ascolta è inevitabile quanto il sorriso generato da testi che con semplicità ed ironia disarmante rendono “appetibili”, di facile consumo, argomenti su cui ci sarebbe poco da ridere. Questo forse è il loro pregio più grande.
“Mischiamo rock, teatro-canzone e musica cantautoriale con risultati imprevedibili – spiega il tastierista Raffaele Polimeno – e anche se hanno definito la nostra musica “rock pittorico” sappiamo bene che è solo un’etichetta dataci dagli addetti ai lavori e dettata da quella smania di classificare, contestualizzare e fare paragoni”.
Dunque dire Pennelli di Vermeer significa dire prima di tutto “contaminazione” di linguaggi espressivi, di umori e soprattutto di persone: oltre i sopracitati Pasquale Sorrentino e Raffaele Polimeno ci sono Marco Sorrentino (batteria e voce), Giovanni Vicinanza (chitarre), Fulvio Di Nocera (basso).
“L’anno prossimo – dichiara il batterista Marco Sorrentino – dovrebbe uscire un nuovo cd che mirerà a consolidare il progetto nel panorama musicale indie italiano. Purtroppo i principali canali mediatici (tv, radio e major discografiche) prediligono ancora la canzone scontata e il bel canto all’italiana dove tutto è costruito secondo uno stereotipo finalizzato a fare soldi. Per questo motivo, consideriamo la nostra etichetta un’oasi felice perche ci lascia libertà artistica: ebbene queste persone che ci sostengono sono napoletane, vivono e lavorano a Napoli…. una città di cui si vogliono mostrare troppo spesso solo le ombre”.
Altra novità è lo show “La Sacra Famiglia” che vede aggiungersi due collaboratrici abituali: le stabiesi Stefania Aprea e Valentina Bruno. Si tratta di uno spettacolo caratterizzato da quattro voci e pianoforte, in cui i Pennelli di Vermeer “abdicano” a favore del teatro-canzone: un padre, una madre, un figlio e una figlia che affrontano in musica gli aspetti più crudi della vita di tutti i giorni, indagando su quanto di più oscuro accade tra le mura domestiche.
Un progetto che li ha portati in breve a condividere il palco con Ascanio Celestini e vincere il premio speciale alla finale della Festa di Piedigrotta con la canzone  “Capa e’ Lupo”.  Quest’ultima, suona come un mix tra musica popolare e opera buffa il cui tema è quello della diversità. Gli autori, Pasquale Sorrentino e Giorgio Volpe, hanno voluto raccontare le disavventure di un personaggio additato dalla famiglia e dalla società come “Capa ‘e lupo” perché diverso da uno stereotipo di persona normale. Messo con le spalle al muro e discriminato, il protagonista diventa un violento e uno spietato: a volte – sottolineano i due autori – la violenza può avere una dignità. Proprio quest’estate lo show ha girovagato per l’Italia con la partecipazione ai festival Immensa di Sant’Arcangelo di Romagna, Volterra Teatro On/Off e il Ferrara Buskers Festival. Per Marzo del 2010 è prevista l’uscita del DVD dello spettacolo che sarà distribuito nei migliori negozi. Intanto, chiunque volesse acquistare i cd, acquisire informazioni sulle attività del gruppo e sul calendario dei concerti può collegarsi ai seguenti siti web: www.myspace.com/ipennellidivermeer www.myspace.com/lasacrafamiglia www.lacanzonetta.it

Giorgio Opaca

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