In una fiera ortofrutticola del Vesuviano, in un tempo sconosciuto, sotto la baracca di un mercante si ritrovarono vicine, per caso, pile di casse d’uva Piedirosso e Aglianico, da un lato, e Caprettone, Coda di Volpe e Falanghina, dall’altro, pronte ad essere commercializzate. Bontà Divina! Due primedonne non riescono a convivere neanche sul più aristocratico palcoscenico teatrale. Figurasi cinque altolocate signore baraccate!
Madame Piedirosso, con i suoi chicchi gioiosi e con atteggiamento da snob, si rivolse all’acinosa Aglianico sbottando:- «Oh, di nuovo, sedurrò le tavole e le feste di conti e marchesi. Ah, ah…lo chiamano beverino il vino ottenuto dai miei grappoli ma lo bevono in fretta perché non è longevo. Oh…quanto vorrei che il mio nettare restasse più a lungo in bottiglia!»
Immusonita, la signora Aglianico, corrucciata pensò:- «Che vuole questa antipatica?» Fu in quel momento che un umano strappò un chicco di aglianico dal grappolo e Madame Piedirosso, accorrendo in soccorso gridò:-«Lasciala stare!» Allora, Signora Aglianico, con ritrovata gentilezza:-«Se vuoi, posso aiutarti io a tenere il tuo vino più a lungo in bottiglia». Nacque, così, il Lacryma Christi Rosso.
Dall’altra parte della baracca, le altre signore avevano presto fatto amicizia, essendo bianche di buccia e, perciò, più gentili e socievoli. Donna Caprettone e signora Coda di Volpe si stavano lamentando con mademoiselle Falanghina:.- «In bottiglia siamo troppo calde» dicevano «soffriamo tanto d’estate e chi ci beve non gode di alcuna freschezza». «Vi aiuterò io» rispose loro Falanghina «con un po’ della mia acidità sarete piacevoli e dissetanti».
Bontà delle bontà! Era così nato il Lacryma Christi Bianco! Et Voilà!
Dal 1983, il vino Lacryma Christi, sia bianco che rosso, è riconosciuto ufficialmente come Doc Vesuvio, grazie al preziosissimo lavoro svolto da Antonio e Walter Mastroberardino, pionieri della vitivinicoltura in Campania.
Provate ad abbinare il Lacryma Christi bianco ad una zuppa di pesce macchiata con pomodorini di Pollena Trocchia ed il Lacryma Rosso ad un capretto di S.Anastasia cotto al forno con piselli. Io lo faccio spesso. Tentate anche voi. Prosit!!
Santino Colella
Sommelier,
vice delegato A.I.S. dei Comuni Vesuviani