Nuova mattanza di cani nell’area stabiese. A due mesi di distanza dall’ultimo macabro episodio avvenuto a Castellammare, nei boschi di Quisisana, alle porte del monte Faito, stavolta è la piccola comunità di Pimonte ad essere scioccata con un episodio di eguale gravità. Raccapricciante, infatti, è stato il ritrovamento di alcuni pimontesi in un terreno privato di via Oratorio. A pochi metri di distanza da un luogo frequentatissimo dai bambini, sono stati trovati due cani feriti gravemente ed un terzo incaprettato pronto per essere colpito. Come per il Faito, anche in questo caso le ferite sono chiaramente state inferte con un’accetta. Uno dei meticci è stato colpito al centro della testa: una ferita profonda che l’ha ucciso in poche ore di agonia, attorniato da alcuni cuccioli. «Ha scodinzolato fino all’ultimo momento – afferma un animalista che lo teneva in cura – non voleva morire ed ho ancora negli occhi la scena dei suoi amici di sventura che lo hanno vegliato fino all’ultimo respiro». Un altro è stato ferito lungo la spina dorsale: altra “accettata” profonda che i veterinari del centro Asl Na 3 Sud di Pompei stanno cercando di curare, anche se con molte difficoltà. Infine, il terzo era stato solamente legato: le zampe erano state unite con un sottile filo, praticamente incaprettato. Sul posto della macabra scoperta sono giunti carabinieri della stazione pimontese che, in collaborazione con i militari della compagnia di Castellammare di Stabia, hanno subito allertato il servizio veterinario dell’Asl Napoli 3 Sud. Un’intera comunità immersa nel Parco Regionale dei Monti Lattari, quella di Pimonte, è sotto choc. E anche don Gennaro Giordano, parroco di San Michele Arcangelo, ha speso parole di condanna contro gli aggressori dei cani nell’omelia durante la messa del vespro: «Sono atti da condannare – ha affermato – neanche le bestie riescono a comportarsi in questo modo». Sull’episodio sono immediatamente intervenuti anche i Verdi: «A questo punto possiamo cominciare a parlare di una strage» ha commentato Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale del “sole che ride”. «Continuiamo a sospettare che si tratti di una setta satanica – aggiunge Borrelli – che opererebbe tra il Monte Faito, dove già diverse settimane fa furono massacrati altri cani e gatti, e la zona dei Monti Lattari. In ogni caso la provincia di Napoli ha purtroppo il record italiano, dall’inizio del 2010, di uccisioni e aggressioni nei confronti di randagi». I boschi di Quisisana, infatti, poco tempo fa sono stati teatro di un’aggressione ancora peggiore proprio ai danni di alcuni randagi accuditi in quelle zone dai volontari dell’Adda, associazione animalista che ha una sua sede anche a Castellammare di Stabia. In quella occasione si mosse il “popolo in nero” del web, che organizzò una manifestazione sul lungomare stabiese per dire “no” alla mattanza dei randagi. Sul quel caso è aperta ancora un’inchiesta del procuratore di Torre Annunziata, Raffaele Marino. Si cerca un vero e proprio “serial killer dei cani”, che potrebbe addirittura aver fatto tappa a Pimonte.
Dario Sautto