Castellammare: crolla edificio subito dopo la processione per il Santo Patrono

L’ala di un vecchio edificio abbandonato dal terremoto del 1980, in pieno centro storico a Castellammare, è crollato questa mattina. Sul posto, in vico Rivo, sono accorsi i vigili del fuoco, i carabinieri della locale compagnia, gli agenti di polizia di stato e della polizia municipale, le ambulanze e la protezione civile. Una sola persona è rimasta coinvolta nel crollo ma è rimasta fortunatamente illesa, ed è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “San Leonardo” per il forte shock e per gli accertamenti. L’uomo si trovava in una delle tre auto semidistrutte dal crollo del palazzo. Appena pochi minuti prima del crollo erano passate sotto l’edificio circa 2 mila persone per la processione del Santo Patrono della città. Quello crollato era un edificio pericolante di cinque piani, oggetto in passato, secondo gli operatori del 115, di più di una ordinanza di sgombero.

Qualche minuto prima, meno di 10 giri di lancette, e il crollo di un palazzo disabitato si sarebbe trasformato in una strage. Ore 12:10 circa di domenica 9 maggio: tra via Coppola e largo Capo Rivo, pieno Centro Antico stabiese, crolla l’ala di un palazzo di 5 piani, fortunatamente disabitato. Pochi minuti prima di lì era passato San Catello, il Santa Patrono di Castellammare, come tradizione portato in processione la seconda domenica di maggio. Al suo seguito circa duemila persone, tutte illese naturalmente, poiché già distanti centinaia di metri al momento del crollo. Qualcuno parla di miracolo del Santo. Alcuni testimoni, invece, raccontano più semplicemente l’accaduto: “Nessuna avvisaglia. È prima caduta una pietra, poi tutto il resto”. Sotto allo stabile sono parcheggiate alcune vetture,due delle quali vuote, che vengono completamente seppellite. Nella terza c’è un giovane: si tratta di un 20enne, la cui Peugeot viene parzialmente sepolta. È salvo, sotto choc, contuso: viene trasferito d’urgenza all’ospedale San Leonardo, ma per fortuna se la cava con una prognosi di 5 giorni. Le altre due vengono estratte poco dopo dai pompieri: sono vuote, come il palazzo, ma la Honda e la Fiat potevano essere parcheggiate proprio lì in quelle stradine così strette? La risposta naturalmente è negativa, visto che il centro antico stabiese è fatto da strade anguste che permetto il passaggio solo ad un veicolo alla volta, e il parcheggio selvaggio, insieme ad altre illegalità, la fa da padrone, nonostante gli interventi periodici delle forze dell’ordine. Sul posto sono immediatamente giunti i vigili del fuoco del locale distaccamento, che sono stati coadiuvati da mezzi e uomini delle altre sezioni provinciali. Insieme a loro, nel caso in cui ci fossero feriti, sono state inviate sul posto due ambulanze del 118 che per fortuna non hanno dovuto effettuare alcun tipo di intervento. Protezione Civile, tecnici dell’Enel e della Napoletanagas e personale del Comune hanno effettuato i dovuti controlli ed hanno scongiurato altri pericoli. A coadiuvare le operazioni, vigili urbani guidati dal comandante Antonio Vecchione, i carabinieri della compagnia stabiese, agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella, i poliziotti del locale commissariato, diretti dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso. Gli agenti di polizia, una volta concluse le operazioni di scavo per liberare le vetture e capire se ci fossero e meno persone sotto le macerie, hanno sottoposto a sequestro l’intera area interessata dal crollo. Il palazzo, disabitato dal terremoto del 1980, in diverse occasioni, per più volte, è stato abitato da extracomunitari che affollano il quartiere e, fortunatamente, è stato sempre sgomberato. Pare, però, che ci siano altri palazzi pericolanti e abitati. Il sindaco Bobbio, poi, ha individuato in «Vozza e le amministrazioni precedenti» i responsabili «del degrado e dell’incuria in cui versa il centro storico di Castellammare. Ora bisogna accertarsi che i palazzi pericolanti siano messi in sicurezza e sgomberati».

Quella di ieri è stata una processione molto particolare per il Santo Patrono di Castellammare di Stabia, San Catello. Tutto è legato soprattutto alla forte crisi occupazionale che sta investendo in particolare la Fincantieri, da sempre cuore pulsante dell’economia stabiese e fonte di lavoro per migliaia di cittadini. L’assenza di lavoro per i Cantieri e le altre aziende locali fa temere per il futuro di migliaia di famiglie stabiesi, costrette sul lastrico dalla cassa integrazione. A Castellammare di Stabia si sta vivendo un periodo di crisi industriale tra i più gravi degli ultimi vent’anni. Per questo motivo, prima che la statua del patrono passasse per il centro storico, era stata portata in processione all’interno del Cantiere navale dove l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare, monsignor Felice Cece, ha ricordato come anche nel 1992, quando la città stava attraversando una crisi identica, e per il Cantiere si temeva la chiusura, fu Papa Giovanni Paolo II a riportare fiducia con una visita allo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, per incontrare gli operai, pregare con loro e mangiare con loro in mensa. Quel particolare momento storico è stato citato appunto per riportare fiducia negli operai, i quali attendono di poter tornare all’opera con commesse, statali e non, che tardano ad arrivare. Negli ultimi giorni, il sindaco Bobbio ha firmato un nuovo documento programmatico che sancisce l’avvicinarsi dei lavori per il bacino di carenaggio, unica opera che potrebbe realmente scongiurare la chiusura dello stabilimento stabiese di Fincantieri. Senza, la dismissione sarebbe cosa certa. Una festa patronale, dunque, ricca di segni e significati per gli stabiesi.

DS

FF


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