Quale futuro per l’ospedale di Gragnano? A quanto pare, nessuno. Il Santa Maria di Casa Scola, uno dei più moderni e di più recente realizzazione, rischia sempre più di chiudere, sotto i colpi delle dirigenze e dei commissari Asl che si stanno susseguendo. L’ennesimo episodio riguarda il blocco dei ricoveri all’SPDC, ovvero il reparto di Salute Mentale. Dal 30 aprile non ci sono più ricoveri e da allora non è stata ancora trovata soluzione. Il tutto per il mancato rinnovo di tre contratti ad altrettanti medici specializzandi che, in effetti, reggevano da soli con infermieri e medici titolari l’intero reparto. Ieri, sindacati e consiglieri comunali della zona hanno scritto al Commissario Straordinario Asa Napoli 3 Sud. A firmare la lettera i consiglieri di Castellammare Michele Costagliola, Antonio Carrillo, Eduardo Melisse e Lorenzo Esposito; di Pimonte Bartolomeo Chierchia; e di Santa Maria la Carità, Antonio Martone. «Le disposizioni del direttore del DSM Francesco Della Pietra destano grande senso di preoccupazione – cita la missiva – poiché questa è l’unica struttura sull’intero territorio che accoglie malati psichiatrici in regime di TSO e TSV . Ciò rischia di andare in difficoltà e le famiglie degli ammalati saranno costretti a ricoverare a molti chilometri di distanza da casa fino ad arrivare all’SPDC di Polla quasi al confine della Calabria». E, naturalmente, tutto ciò spinge spesso i malati verso strutture private molto costose. «Inoltre – continua la lettera – c’è da dire che come si sta procedendo si rischia solo di aumentare la spesa pubblica per favorire il privato, creando difficoltà all’unica struttura presente sul territorio a discapito del pubblico con costi elevatissimi a danno delle casse dell’Asl. Per questo chiediamo la conservazione dell’SPDC sul territorio e l’ampliamento dei posti letto fino a 16 come previsto dalla legge». Gragnano, poi, è l’ospedale designato per ospitare un altro servizio importante, come quello della mammografia, completamente sospeso da metà marzo, quando era ancora presente a Castellammare. «Il servizio di mammografia è importante – spiega Andrea Morgone, coordinatore nazionale dell’associazione Dimensione Civica – in quanto molte donne si rivolgono alle strutture pubbliche perché, può sembrare strano, ma il sevizio è davvero funzionale per la presenza di specialisti altamente professionali. Ancora una volta sono i cittadini a pagare per i disagi causati da decisioni aziendali che non hanno niente a che vedere con la soluzione del problema». A tal proposito, Dimensione Civica, centro di tutela del malato, rete del movimento di tutela dei diritti in tutti gli ambiti sociali, ha inviato una memoria del problema al neo presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro e al ministro della Sanità Ferruccio Fazio. «I tumori della mammella sono in leggero aumento negli ultimi anni – spiega Morgone – mentre in termini percentuali con il passato la mortalità per tale patologia è diminuita grazie alla prevenzione dettata da una diagnosi precoce in cui la mammografia ha avuto un ruolo determinante. Però – conclude – sembra che la salute del cittadino diventa l’ultimo problema da risolvere».
Dario Sautto