Crollo a Castellammare: la Procura apre un’inchiesta

La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sul crollo del palazzo avvenuto domenica mattina in pieno centro antico, a Castellammare di Stabia. Da capire quali siano le responsabilità dei proprietari dello stabile, che hanno lasciato un palazzo antico e terremotato alle intemperie per anni senza alcun intervento di ristrutturazione. Ma la Procura ipotizza anche responsabilità da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute, fino a quella attuale, che avrebbero dovuto effettuare un qualche intervento e, nel caso in cui non sia avvenuto, perché non hanno alzato un dito. Solo per miracolo – secondo i residenti per il passaggio di San Catello avvenuto circa dieci minuti prima – quel palazzo non ha fatto vittime. Intorno alle 12:10, quando da pochi minuti era passata di lì la processione del Santo Patrono di Castellammare, è caduta una pietra, e con sé il praticamente tutta un’ala del palazzo di cinque piani che si trova tra via Coppola e largo Capo Rivo. Tre auto sono state sepolte, una fortunatamente solo in maniera parziale: quella era l’unica a bordo della quale c’era un passeggero, un 20enne che se l’è cavata con un paio di cerotti e 5 giorni di prognosi. Sul posto, in pochi minuti, sono giunte due ambulanze, forze dell’ordine e numerosi mezzi di vigili del fuoco e protezione civile per scavare tra le macerie. Fortunatamente nessuno era presente in quello stabile disabitato, anche se nel corso di questi 29 anni, da quando cioè è stato danneggiato dal terremoto, si sono alternati tanti extracomunitari, che hanno dimorato all’interno di quel palazzo. Gli sgomberi per fortuna hanno evitato ulteriori danni. Ma resta da capire perché non sia stato fatto nulla per ristrutturare quell’edificio e i tanti che restano ancora all’interno del centro antico come “eterna memoria” di quel tremendo sisma. Intanto, a condurre le indagini sul posto sono gli agenti del commissariato di polizia di via De Gasperi, guidati dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso. Già ieri sono state acquisite le documentazioni presso Palazzo Farnese, mentre ulteriori investigazioni saranno fatte sui proprietari dello stabile: si tratta di alcuni ex residenti della zona e di eredi, tutti stabiesi, che non hanno mai provato a ristrutturare il palazzo. Un episodio simile, poche settimane fa, è avvenuto nella vicina Gragnano: da un palazzo di via Santa Caterina si sono staccati calcinacci che hanno colpito alcune auto in transito. L’area è stata limitata al traffico e, in due giorni, l’edificio è stato raso al suolo. A Castellammare, invece, nessuna avvisaglia, solo il crollo che, come spesso accade, diventa “annunciato” poiché c’è stata molta incuria nel corso degli anni. L’area, intanto, resta sotto sequestro per le indagini, mentre sono stati individuati altri edifici pericolanti e a rischio crollo che potrebbero presto essere demoliti per evitare altri episodi del genere.

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