La Libia nel Consiglio dei diritti umani con il silenzio complice del Governo italiano

Sconcerto e disappunto. E’ quanto esprime la Focsiv e tutte le Ong per la decisione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite di ammettere al Consiglio di Ginevra che si occupa di diritti umani un paese come la Libia di Muammar Gheddafi. Sconcerto a maggior ragione che già le Ong e la società civile internazionale avevano espresso critiche non solo per l’ingresso nel Consiglio della Libia ma anche della Thailandia, entrambi paesi insanguinati da rivolte e repressioni interne. Disappunto è stato espresso anche per l’ammissione dell’Uganda e della Moldova che secondo le Ong hanno una storia che sui diritti umani potrebbe essere messa in discussione. Come commenta Sergio Marelli Segretario Generale della Focsiv: «Ancora una volta siamo di fronte ad una decisione che guarda ad interessi altri e non davvero ai diritti umani e al diritto internazionale. In Libia, poi, al di là della politica interna c’è un’altra grave questione che ci preoccupa: la gestione delle migrazioni. – ha continuato Marelli – Al riguardo, infatti, sono ormai ampiamente documentati episodi di stupri e violenze a danno dei migranti nelle carceri libiche oltre che repressioni e violazione dei diritti umani dei migranti in transito. Secondo quanto filtrato dagli organi di informazione sembrerebbe che in realtà i Paesi dell’Onu si fossero già accordati sui candidati, tanto che non c’e’ stata neppure gara. Fattore, questo – ha concluso Marelli – aggravante, e che di certo non giustifica il silenzio del Governo italiano che così si rende complice di tale decisione, soprattutto dopo gli accordi del premier Berlusconi con Gheddafi».

FF

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