Blitz anti-bracconaggio sui Monti Lattari, denunciate due persone e liberati 15 uccelli di specie protette. Ad effettuare l’operazione i carabinieri della stazione di Agerola, su ordine del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella della compagnia di Castellammare di Stabia, coadiuvati dalle Guardie Venatorie del WWF. Durante i controlli nelle aree boschive agerolesi, sono stati scoperti sistemi vietati di caccia e uccellagione utilizzati, tra l’altro, in un’area protetta quale quella del Parco Regionale dei Monti Lattari. I militari dell’arma hanno denunciato a piede libero due persone di Agerola. Un agricoltore 56enne si è reso responsabile di omessa denuncia di trasferimento di arma e munizioni, esercizio dell’uccellagione e cattura di avifauna selvatica con l’impiego di reti. Lo stesso, è stato scoperto in possesso di 15 uccelli di specie protetta, tra fringuelli, verdoni e cardellini. Parte degli animali selvatici erano stati portati con sé dall’agricoltore durante una battuta di caccia come richiami, altri sono stati trovati nella sua abitazione, durante successive verifiche e accertamenti. Tutti gli animali sono stati messi in libertà dopo essere stati controllati da personale veterinario. Un 26enne, invece, è ritenuto responsabile di caccia con l’utilizzo di un richiamo elettromagnetico in luogo e periodo vietato. Anche lui è stato trovato nei boschi agerolesi mentre richiamava gli uccelli con un segnale elettromagnetico illegale. Nel corso dell’operazione anti-bracconaggio, sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi oggetti atti alla caccia e all’uccellagione illegali. Tra gli zaini dei due cacciatori, le abitazioni degli stessi e l’area boschiva perlustrata, sono stati scoperti 4 richiami elettromagnetici; una rete per uccelli di circa 12×4 metri; 2 trappole a scatto; e ben 4 fucili e 166 cartucce, regolarmente detenuti, ma in luoghi diversi da quelli comunicati alle autorità competenti. Altre segnalazioni su caccia di frodo nell’area protetta del parco regionale sono arrivate già alle forze dell’ordine che stanno indagando su tali episodi.