Appena insediatosi, il Consiglio regionale della Campania ha trovato davanti a sé un quadro sconcertante. Il governatore Caldoro ha assicurato che vi saranno aiuti da parte del governo centrale, ma la situazione delle finanze è gravissima e da Roma hanno già fatto sapere di non poter sostenere il piano di rientro con i fondi Fas. Di tali problematiche discutiamo col consigliere regionale di maggioranza de La Destra, Carlo Aveta. Onorevole, Caldoro, reduce dall’incontro con i ministri e col premier Berlusconi, in questi giorni ha tracciato un quadro preoccupante della situazione delle finanze della Regione Campania. Quali sono le sue considerazioni in merito? “Abbiamo trovato una situazione catastrofica. Quando Caldoro sostiene che, se fosse accaduto ad una società privata ciò che è accaduto alla Regione Campania, gli amministratori sarebbero già stati arrestati, non esagera. La cosa ancora più grave è che Bassolino ha reso pubblico lo stato di fatto del bilancio campano solo il 30 marzo, cioè il giorno dopo le elezioni, a testimonianza del fatto che ha voluto tenere tutto celato per non compromettere la campagna elettorale. I conti della Regione sono disastrati e solo un intervento del governo centrale potrà consentirci di sviluppare progetti e di far ripartire la Campania. Se ciò non avvenisse, saremo costretti ad un empasse che durerà per molto tempo, dato che non abbiamo alcuna risorsa per promuovere investimenti ed iniziative”. Tutto ciò porterà di conseguenza verso un inasprimento fiscale, lamenta il governatore, contro le migliori previsioni della campagna elettorale. “I campani non avranno dubbi nel giudicare quello che è accaduto. E’ palese che l’unica Regione che ha sforato il patto di stabilità è la Campania. Non era mai accaduto a nessun’altra Regione d’Italia e i cittadini sapranno giudicare i colpevoli di questo scempio. Tutte le iniziative che saranno messe in campo da Caldoro e dalla sua maggioranza sono determinate da una gestione scellerata del centrosinistra. Purtroppo, si dovranno operare delle scelte dure, ma sono sereno nel dire che i campani non ci riterranno responsabili”. Il Pd dà la colpa al governo che avrebbe tagliato i fondi al Mezzogiorno. “A questa domanda rispondo in modo secco: il Pd farebbe bene a tacere per due o tre anni, poiché ritengo che non abbiano diritto di esprimere considerazioni, data la loro condotta scellerata”. Caldoro ha promesso battaglia sul riparto dei fondi del Sistema sanitario nazionale. E’ necessario, secondo il governatore, rivedere i due criteri di popolazione più giovane e fasce di povertà, che penalizzano la Campania. “Sulla questione Sanità si è arrivati al paradosso più totale. Io sto seguendo la vicenda della chiusura dell’ospedale di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento. Si tratta di uno dei pochi presidi sanitari regionali con i conti in regola. Per i soliti motivi della politica che sono poco comprensibili ai cittadini (nonché a persone come me che fanno parte della classe politica), si vuole chiudere questo presidio. L’esempio dell’ospedale di Cerreto Sannita va considerato e va visto come uno dei paradossi della nostra Regione: alcune strutture che sono l’emblema dello spreco non sono minimamente toccate, altre con i conti perfettamente in regola sono chiuse. Allora, sulla scia del governatore Caldoro dico che bisogna rivedere tutte le decisioni prese in campo sanitario negli ultimi due-tre anni”. Come si caratterizzerà, in termini di idee e proposte, il suo partito, La Destra, all’interno della maggioranza che governa la Regione Campania? “La Destra sarà una forza politica coerente e fedele al governatore e al programma elettorale sottoscritto. Rispetto all’azione politica da mettere in campo, si caratterizzerà con una forte presenza sul territorio. Saremo vicini ai cittadini che hanno dei problemi, a quei territori che vengono generalmente abbandonati e che negli ultimi anni hanno visto lontana la politica. Affronteremo tutte le problematiche che ci verranno presentate. Riteniamo che la politica negli ultimi anni si sia allontanata dai cittadini e dal territorio, mentre noi ipotizziamo proprio un ritorno ad una politica presente ed attenta”.
Antonio Averaimo