L’integrazione degli immigrati costituisce un problema molto sentito in Italia, un po’ per il ruolo sempre più importante che essi rivestono all’interno dell’economia nazionale ma anche per la fobia da essi causata nel mondo del lavoro, accentuata dalla crisi che stiamo vivendo. La questione ha costituito materia di lucida analisi per Riccardo Staglianò, un noto giornalista della carta stampata nonché scrittore che, dopo aver effettuato un viaggio per l’Italia, ha scritto un libro “Grazie. Ecco perché senza gli immigrati saremmo perduti” sulla giornata tipo di quegli stranieri che, in varie zone, svolgono i lavori rifiutati da noi italiani. Ad Ottaviano la presentazione del libro è avvenuta al Palazzo Mediceo qualche giorno fa ed è stata patrocinata dalla Fondazione Premio Cimitile, dall’Amministrazione Comunale e dalla regione Campania. Molte sono state le personalità intervenute che, moderate dal giornalista Ermanno Corsi, hanno fatto sentire il proprio parere. La serata si è aperta con l’intervento del dott. Mario Iervolino, primo cittadino di Ottaviano, che ha sottolineato i vantaggi e gli svantaggi connessi alla presenza degli stranieri nel territorio vesuviano. Egli si è soffermato sul fatto che molti lavori vengono svolti nelle nostre zone esclusivamente dagli stranieri ma anche sulla crisi verificatasi nel settore tessile a seguito dell’arrivo dei cinesi che hanno spostato il baricentro di tali attività verso il nolano. Corsi, ricordando i tempi in cui erano gli italiani ad emigrare, ha parlato dell’inversione dei ruoli che si è verificata nell’odierna società in cui sono le donne italiane ad essere badanti o colf degli “immigrati ricchi”: i cinesi. Il dott. Felice Napolitano, Presidente della Fondazione Premio Cimitile, ha spiegato quanto possa essere fatto dalla cultura per aprire le menti di quanti, sentendosi defraudati dagli stranieri, non riescono a tollerarli. Il prof. Ciro Torrà, assessore alla cultura , ha focalizzato la propria attenzione sul “doppio pesismo” cioè, da un lato, sull’atteggiamento di quanti, imprenditori, sfruttano gli immigrati per trarre vantaggio dal lavoro nero e, dall’altro, sul rifiuto da parte di quanti temono gli immigrati. Egli ha affermato che in una società multietnica come la nostra, soprattutto i giovani devono conoscere ed accettare l’immigrato e vederlo come una risorsa. A seguire è intervenuta la prof. Liliana Borriello che ha fatto un excursus sulla giornata di varie tipologie di lavoratori stranieri in Italia e parlato del fatto che in alcune regioni del Nord Italia l’integrazione è più avanzata che nel Sud. Ne è scaturita la considerazione che occorre fare un’analisi antropologica sulla realtà meridionale per rinvenirne le cause e per intervenire adeguatamente. Gli interventi si sono conclusi con le considerazioni dell’avv. Noemi Nappi, presidente del Servizio immigrazione della Caritas della Diocesi di Nola. Sue le parole: “Volevamo braccia e sono arrivati degli uomini”. Per lei l’interazione tra italiani e stranieri può nascere solo se si accomunano i problemi, le gioie, il lavoro e se si rivalutano il concetto di persona ed i sentimenti di fratellanza e di uguaglianza. Per questo la Caritas ha aperto degli sportelli di consulenza per immigrati; tramite essi non solo vengono rilasciate informazioni per l’ottenimento del permesso di soggiorno, ma si vuole anche dare una voce a chi voce non ha.
Anna Saviano