E’ ancora ricoverato in gravi condizioni il turista spagnolo che mercoledì mattina, poco prima delle 10, era stato colto da infarto mentre si trovava in visita al sito archeologico di Pompei. Jesus Lipago Tabuenca, questo il nome dell’uomo, 63 anni, di Navarra, ha accusato un malore mentre stava affrontando la salita di Porta Marina superiore per iniziare la visita nella città antica. Va detto, tra l’altro, che si tratta di un ingresso ufficialmente “sconsigliato” ai cardiopatici dal regolamento per l’accesso agli scavi. Per chi soffre di cuore o di problemi motori, infatti, la Soprintendenza consiglia il più agevole ingresso di piazza Anfiteatro. Proprio sotto il portico di Porta Marina lo spagnolo avverte un fortissimo dolore al torace e si accascia al suolo, tra lo spavento del suo gruppo e le urla disperate della moglie. Alle 9,50 scatta l’allarme. Il turista, era accompagnato da un gruppo di visitatori che, al momento del malore, hanno chiamato il numero europeo di emergenza 112 che ha a sua volta trasferito l’avviso al 118. Contemporaneamente sono stati allertati, attraverso la rete radio interna, i volontari della croce rossa di presidio presso gli scavi di Pompei, che sono intervenuti sul luogo dell’evento. In pochi minuti sul posto arrivano i carabinieri di Pompei, coordinati dal luogotenente Vittorio Manzo, e i soccorritori del 118 che hanno una postazione proprio all’ingresso della città antica. I sanitari provano a rianimare l’uomo che, probabilmente, aveva già in passato avuto problemi cardiaci, vista la cicatrice che aveva sullo sterno. Il turista viene poi caricato a bordo dell’ambulanza e trasportato all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dov’è ancora ricoverato in gravi condizioni. L’incidente al turista spagnolo riapre le polemiche sulla sicurezza nel sito tra sindacati e amministrazione della Soprintendenza. “La vicenda del turista spagnolo – commenta la Cisl beni culturali – anche se non direttamente negli Scavi, fa risaltare l’assenza della guardia medica nei locali del pronto soccorso ristrutturato, tra l’altro dotato da anni anche di defibrillatori per eventuale pronto intervento per turisti cardiopatici. Agli scavi di Pompei, benché visitati da circa 3 milioni di visitatori l’anno, si trova l’unico pronto soccorso al mondo senza medici, benché l’amministrazione sia consapevole dei decessi avvenuti per la stessa sintomatologia nello stesso luogo. Adesso, auspichiamo che il Ministero faccia una verifica al fine di accertare se vi sono responsabili o responsabilità per l’assenza della guardia medica al pronto soccorso degli scavi di Pompei”. La replica del commissario Fiori non si è fatta attendere. “Gli scavi di Pompei sono ad oggi una delle poche aree archeologiche italiane dove è attiva una forma di assistenza e di primo intervento sanitario al turista” dice il commissario delegato per l’emergenza all’area archeologica, Marcello Fiori, “benché – precisa la Soprintendenza – non esista alcun obbligo di legge che imponga ad un museo o ad un’area archeologica statale di avere un presidio di pronto soccorso o di guardia medica”. “Altri episodi del genere – aggiunge ancora Fiori – anche nel passato, si sono verificati all’interno dell’area archeologica di Pompei, e nella maggior parte dei casi si trattava di persone con precedenti problemi cardiopatici. La cattiva informazione che si cerca di diffondere circa le responsabilità e gli interventi di assistenza e di soccorso da parte della Soprintendenza di Pompei sono operazioni di diffamazione e di sciacallaggio, poiché spesso giocate sulle spalle dei turisti e dei tanti volontari che prestano la loro opera nel servizio sanitario”. Tra l’altro la Soprintendenza in merito alla vicenda fa anche altre precisazioni: tutti i soggetti cardiopatici sono invitati dalla Soprintendenza di Pompei, attraverso un apposito regolamento per la visita agli scavi, alla massima prudenza ed è vivamente consigliato l’accesso da Piazza Anfiteatro, che risulta più agevole di quello di Porta Marina; non esiste alcun obbligo di legge che imponga ad un museo o ad un’area archeologica statale di avere un presidio di pronto soccorso o di guardia medica; la Soprintendenza, tuttavia, al fine di supportare i servizi sanitari territoriali ha richiesto la presenza di volontari della Croce Rossa che sono tenuti esclusivamente a prestare un servizio di primo intervento. Contemporaneamente, pur senza obblighi di legge (e a seguito dell’annullamento, da parte del Tar, della convenzione stipulata con l’Asl), l’ente si sta adoperando per definire una convenzione con la Croce Rossa al fine di istituire un presidio fisso di primo soccorso.
Marco Pirollo