“Abbiamo ereditato in Campania – ha detto – una situazione gravissima, per cui sono fortemente preoccupato. Ma ho fiducia. Sono questi i momenti in cui si può e si deve risalire. Noi siamo caduti nel burrone. Ora dobbiamo tentare di allentare questa caduta e ripartire. Sono convinto che con una buona politica ed una buona amministrazione ce la possiamo fare”.
Il presidente Caldoro si è soffermato molto sulle difficoltà che ha incontrato appena si è insediato. “E’ stata realizzata in questi anni una politica dissennata, con un atteggiamento simile ad una famiglia che continua ad indebitarsi senza rendersi conto degli effetti che poi subirà. Si è speso tanto e si è offerto poco. Oggi ci troviamo di fronte al paradosso per il quale se si aumentassero ulteriormente le tasse, ed io sono assolutamente contrario a farlo perché sono già altissime, renderemmo ancora più difficile la ripresa. La strada che intendiamo percorrere, e sulla quale stiamo intensamente lavorando, è quella della lotta agli sprechi, partendo dalla sanità. Il piano deve essere compatibile con gli standard nazionali e con i tetti di spesa, rivedendo le strutture sulla base dei dati esistenti. Non si tratta di difendere questo o quell’ospedale, si tratta di ridisegnare il tutto tenendo conto degli interventi realizzati, dei posti letto necessari, delle esigenze delle diverse aree della regione, in una logica ispirata ad obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità del servizio.
“Ma sappiamo anche – aggiunge il presidente Caldoro – che la Campania, il Mezzogiorno hanno bisogno d’altro per ripartire. Il Sud ha gli stessi problemi della Grecia, ma non ha ricevuto finora gli aiuti che l’Unione Europea ha dato a quest’ultima. Perciò chiediamo al governo nazionale di far partire subito il “progetto Sud” che ha deciso per sostenere la crescita di questa vastissima area del Paese”.
“Dentro questo obiettivo siamo pronti a fare fino in fondo la nostra parte, a pensare in grande, per realizzare un’azione di area che sia dentro il processo di sviluppo europeo e nazionale, assumendoci le nostre responsabilità di classe dirigente all’altezza delle sfide cui siamo di fronte. La Giunta che ho scelto è la migliore d’Italia per competenze e capacità, ed è pronta a dimostrare sul campo di avere la voglia giusta per far uscire la Campania dalla crisi”.
Sulla Giunta, il presidente Caldoro ha espresso condivisione per i rilievi del ministro Carfagna sulle pari opportunità. “E’ mia intenzione – ha detto – prevedere un allargamento della Giunta a costo zero e tener conto della preoccupazione del ministro di allargare la presenza femminile nell’Esecutivo. La Campania è la seconda regione d’Italia ed ha soli 12 assessori, mentre il Lazio, per citare un esempio, ne ha 16, per cui è giusto ampliare, facendolo, ripeto, a costo zero. Non sono d’accordo invece con quanti sollecitano un’attenzione maggiore verso le province interne. Intanto, la Giunta è rappresentativa di tutto il territorio, e le stesse nomine effettuate in Consiglio regionale sono state ispirate ad un giusto criterio di equilibrio. C’è, è vero, un problema che riguarda la provincia di Benevento, ma la risposta non è quella di un assessore per quest’area, bensì di un’attenzione maggiore verso i problemi del Sannio. E su questo assicuro fin d’ora i cittadini della provincia”.
Per quanto riguarda la vicenda Trombetti, il presidente ha ricordato che “l’atto del gup di Firenze non gli imputa di aver prodotto vantaggi ad alcuno. L’assessore è una persona perbene e corretta. Gli ho detto: Guido vai avanti”.
Sul versante politico, Caldoro, ad una domanda sui rapporti con l’Udc e con Cosentino, ha replicato: “Con l’Udc c’è un accordo politico-programmatico che intendo portare avanti nel rispetto degli impegni assunti e dell’autonomia di ciascuna forza politica. Cosentino sta facendo la sua parte con grande equilibrio, e non ha mai inciso sulle mie responsabilità. Di questo gli sono grato, nella reciproca consapevolezza che, in presenza di atteggiamenti diversi, non avrei fatto sconti ad alcuno”.
Nel corso dell’intervista, Caldoro ha affrontato anche i problemi relativi alle altre emergenze, a partire dagli stipendi dei dipendenti delle Asl. “Stiamo lavorando – ha ricordato – per superare le questioni relative alla carenza di cassa esistente, completando gli atti necessari. Farò come ho fatto il mese scorso assumendomi la responsabilità di dare il via libera all’erogazione degli stipendi pur in presenza di oggettive difficoltà”.
Sui rifiuti, ha escluso il pericolo di un’altra grande crisi come quella vissuta in passato. “Ma – ha aggiunto – dobbiamo essere molto vigili. Forse servono correttivi. Ci sono esuberi nei consorzi, problemi nel passaggio all’ordinario. La macchina può rischiare di incepparsi di nuovo. Dobbiamo andare avanti nella costruzione dei termovalorizzatori, intensificare la raccolta differenziata. Solo dopo possiamo parlare di chiusura delle discariche”.
Sui depuratori, il presidente ha ricordato che “esistono situazioni incancrenite da anni. Stiamo continuando a realizzare interventi di prima emergenza e costanti rilevamenti per il monitoraggio della situazione. Ma dobbiamo pensare ad un grande progetto di recupero degli impianti, anche con il concorso determinante dei privati”.
Infine, il tema del lavoro. “In questi anni la politica del lavoro è stata fatta male. Bisognava puntare l’impianto formativo sull’apprendistato, non rilasciare patentini a disoccupati, pur sapendo che non è possibile garantire posti di lavoro se non il lavoro non c’è. Servono forti investimenti, accelerando quelli che sono in programma, a partire dalla Fiat, il cui rilancio potrà produrre un indotto importante anche sul piano delle risposte al lavoro. Nei prossimi giorni ci muoveremo con decisione per trasformare la disponibilità aziendale in occasione forte di sviluppo sul nostro territorio”.