A partire da giugno il Teatro Grande degli scavi di Pompei è destinato ad ospitare una grande stagione concertistica ma il suo restauro, attualmente ancora in fase di ultimazione, ha scatenato le polemiche dell’Osservatorio del patrimonio culturale e della Cisl, che hanno duramente criticato i metodi d’intervento e hanno chiesto addirittura il fermo dei lavori. Secondo l’organismo di tutela e secondo i sindacati, infatti, sarebbero stati usati metodi poco rispettosi dell’antichità e dell’unicità del Teatro Grande. Il commissario delegato Marcello Fiori, dal canto suo, fa sapere che il progetto, redatto già negli anni scorsi, è stato regolarmente approvato da tutti gli organismi competenti. “Sono in corso nell’area archeologica – scrive Antonio Irlando, responsabile dell’Opc al ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi – lavori definiti nella tabella di cantiere “Restauro e sistemazione per spettacoli del complesso dei teatri in Pompei scavi” che hanno sin qui comportato evidenti stravolgimenti dello stato originario dei monumenti e dei luoghi archeologici, con gravi danni al loro stato di conservazione. L’evidenza della gravità degli interventi è facilmente dimostrabile attraverso una rapida ricognizione dell’attuale consistenza del teatro, in particolare della cavea, che, rispetto ad una qualsiasi foto o disegno di diversi momenti della vita degli scavi, risulta completamente costruita ex novo con mattoni in tufo di moderna fattura. L’intervento sul teatro è un vero e proprio inconcepibile scempio compiuto all’interno del monumento archeologico tra i più significativi al mondo. Quanto maldestramente compiuto non può definirsi restauro (come indicato nella descrizione dei lavori) e nemmeno ricostruzione ma costruzione ex novo dell’intera gradinata. Altri interventi sul teatro e sull’area della “caserma dei Gladiatori“ hanno riguardato opere murarie particolarmente invasive, non classificabili tra le categorie del restauro conservativo. Sono evidenti alcuni spregiudicati interventi”. Dopo aver elencato una lunga serie di interventi ritenuti “invasivi”, Irlando chiede “il ripristino dello stato dei luoghi”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Cisl beni culturali di Pompei: “In questi giorni – dice il segretario Antonio Pepe – nell’area archeologica di Pompei stiamo assistendo alla totale ricostruzione del Teatro Grande come se fosse un normale edificio moderno da mettere a norma. Addirittura i gruppi di turisti che facevano il loro ingresso nella Palestra dei Gladiatori vedevano bobcat intenti al trasporto di materiali, assistendo peraltro, stupiti, ai lavori di ristrutturazione degli antichi marciapiedi, allo scavo dei canali per la posa di grossi tubi per condotti elettrici, operai collocare reti metalliche e camion/betoniere gettare colate di cemento. Abbiamo visto sgomberare locali antichi, già adibiti a deposito di materiale archeologico, per realizzarvi servizi igienici per gli spettatori. Ma non finisce qui perché quei bagni, per essere funzionali allo scopo, in mancanza di fognatura dovranno scaricare in vasche settiche, che bisognerà ricavare all’interno case antiche. Forse si è convinti che una serata a teatro valga bene il sacrificio di alterare strutture antiche. Di certo il commissario delegato Fiori non c’entra niente con il progetto iniziale di restauro del Teatro Grande e, forse fidandosi di chi lo ha approvato, si è soltanto preoccupato che i lavori fossero realizzati nei tempi previsti. Rischia, però, di diventare oggettivamente responsabile se non terrà conto delle polemiche suscitate a riguardo dall’Osservatorio del patrimonio culturale. Antonio Pepe, Segretario della Cisl di Pompei, afferma: “Sull’alterazione del Teatro Grande e della Palestra dei Gladiatori sono del tutto contrario, a prescindere da chi ne ha ideato e approvato il piano di ricostruzione. I reperti archeologici vanno soggetti al restauro per preservarli, non per alterarli o, addirittura ricostruiti così come parzialmente già avvenuto alla struttura del Teatro Grande”. Il commissario Marcello Fiori è intervenuto poi sull’argomento per “tranquillizzare” l’Opc e la Cisl. “La riapertura al pubblico del Teatro Grande di Pompei, il prossimo 10 giugno – ha detto il commissario delegato – sarà festeggiata con un concerto straordinario del maestro Riccardo Muti. A tal proposito mi preme sottolineare quanto segue. Il progetto di Restauro del Teatro è stato elaborato e approvato dall’ex Soprintendente di Napoli e Pompei Pietro Giovanni Guzzo e dal Consiglio d’Amministrazione in data 21-10-2003 con delibera n.1226 (autorizzazione e nomina del responsabile unico del procedimento). Tale progetto, molto più ‘impattante’ rispetto a quello in corso di realizzazione, prevedeva la copertura del teatro Piccolo (Odeion) e per la cavea del teatro Grande una ricostruzione integrale in marmo: ho ritenuto quindi, una volta preso servizio, di sottoporre tali ipotesi progettuali all’attenzione della Commissione generale di indirizzo del Ministero che infatti ha modificato il progetto prevedendo l’utilizzo di materiale moderno (tufo), proprio per non creare nei visitatori l’illusione di trovarsi di fronte ad un manufatto antico. Inoltre, al momento del mio arrivo a Pompei, aprile 2009, la gara per il restauro in questione era già stata aggiudicata, ad una impresa qualificata e accreditata presso la Soprintendenza. Il direttore dei lavori e il Rup (responsabile del procedimento) che hanno seguito il restauro fin dall’inizio sono tecnici esperti della stessa Soprintendenza. Ovviamente ciascuno è libero di esprimere il proprio giudizio su tale ipotesi progettuale: ribadisco che il processo decisionale è stato quello proprio degli organismi ministeriali che, anzi attraverso la Commissione generale d’indirizzo, lo ha opportunamente modificato in alcuni aspetti fondamentali”.
Marco Pirollo