Il Gazzettino vesuviano | IGV

Ercolano in ginocchio mentre la politica si “accapiglia”

Aumentano gli incidenti stradali ad Ercolano e, paradossalmente, i semafori installati nei punti nevralgici del paese continuano ad essere “non funzionanti”. La vicenda, di per se tragicomica, assume connotati farseschi se si pensa alle innumerevoli denunce e segnalazioni pervenute all’amministrazione comunale negli anni da parte dei residenti e di alcuni esponenti politici tra cui il consigliere di Forza Italia Raffaele Simeone. Per qualche strana ragione ai più incomprensibile nella comunità vesuviana si elargiscono cospicue somme di denaro per la realizzazioni di pseudo eventi culturali di dubbio gusto con estrema facilità relegando nell’oblio del “dimenticatoio” lavori di manutenzione ordinaria della logistica indigena indispensabili a garantire sicurezza e qualità d’esistenza ai cittadini. Ormai i disservizi sono tanti da non riuscire più ad elencarli: strade principali progettate senza alcun criterio, fogne in pessimo stato di conservazione nel centro storico e marciapiedi più simili a “groviere” fanno da cornice ideale per quel capolavoro locale mai decollato, il MAV (museo archeologico virtuale) la cui struttura esterna nelle ore serali diviene orinatoio a cielo aperto e terra libera per “grafomani e teppisti” di turno. Quest’opera “immortale” che avrebbe dovuto favorire la crescita culturale della popolazione locale (molti in paese ancora ne ignorano la finalità) rappresenta in pianta stabile l’esempio di come si possano ignorare problematiche serie ed endemiche di natura socio-economica per rincorrere deliri onirici di grandezza encomiabili sulla carta ma attuabili in  realtà urbane ben diverse in senso qualitativo da quella ercolanese.

La gente confidava nel nuovo sindaco Vincenzo Strazzullo e nella origine ercolanese di un leader che apparirebbe già in difficoltà nella gestione di un territorio particolarmente atipico data l’eterogeneità del materiale umano in questione. Paradossalmente neanche lo scempio quotidiano di una città in ginocchio sembra scuotere le coscienze di buona parte dell’assise locale. Sembra quasi di assistere ad una perversa rappresentazione auto distruttiva i cui spettatori sono propri gli stessi amministratori locali che, in teoria, dovrebbero vigilare su un’area vesuviana antica di 2000 anni. Il problema è che ad Ercolano ci si “accapiglia” per stabilire la propria presenza o meno in aula consiliare ignorando di fatto le esigenze di una comunità che sopravvive miracolosamente a decenni di pessima gestione ed anarchia comportamentale da parte del governo comunale. Dopo le 19,00 la città è un deserto: negozi chiusi, strade deserte il cui statico silenzio e la monocromaticità dei colori  sono interrotte solo dalle sirene e dai lampeggianti delle Unità Speciali dell’Esercito e dei Carabinieri in servizio straordinario sul territorio. Ad onor del vero e per diritto di cronaca così si presenta oggi Ercolano agli occhi del “mondo”.

Alfonso Maria Liguori

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