Gli scavi di Pompei sono ancora sotto la scure del vandalismo di lavori di edilizia civile, spacciati per interventi di restauro del Teatro Grande e della Palestra dei Gladiatori. Un grande scempio ai danni di un grande patrimonio culturale dell’umanità.
Stanno facendo in fretta e male per inaugurare il “Nuovo Teatro degli scavi di Pompei”, con un concerto di Riccardo Muti.
Si, è proprio un “Nuovo Teatro”, sorto sull’area di quello romano.
Quello antico, originale, autentico, non c’è più, le foto che vedrete su questo giornale, su tanti media, sul web, lo confermano.
Chi ha visto lo scempio è sbigottito. Quasi nessuno crede a ciò che vede, perché è tutto ferocemente assurdo. Hanno selvaggiamente sostituito molto di quello che c’era (e soprattutto che non c’era) con una cavea quasi completamente costruita di nuovo, con materiale in tufo di moderna fattura.
Il “Corriere della Sera” in un’inchiesta pubblicata il 25 maggio scorso spiegava molto bene, quanto è in corso al teatro romano di Pompei: “Basta un giro attorno al teatro per crederci. Oppure per non riuscire a credere ai propri occhi. A guardarlo – scriveva l’inviata Alessandra Arachi – il Teatro Grande di Pompei sembra uno scherzo, un’illusione informatica di chi si è divertito a giocare con un’immagine. Come quando, chessò, si mettono i baffi alla Gioconda. E invece è tutto vero”.
Non è servita ad arrestare la barbarie (autorizzata?) una dettagliata relazione al Ministro per i Beni Culturali da parte dell’Osservatorio Patrimonio Culturale, con un elenco dettagliato degli scempi (quello al teatro non è l’unico) perché si lavora cementificando superfici archeologiche per realizzare le infrastrutture del “nuovo teatro” con pale meccaniche, martelli pneumatici, levigatrici ed altro ancora.
Inizia, però, a crescere l’indignazione (ovviamente con i tempi di reazione all’italiana) tra chi è informato su quanto si consuma ai danni del patrimonio archeologico di Pompei e, soprattutto, nella comunità internazionale che spesso ama Pompei e il patrimonio culturale della nostra nazione più degli italiani. “Stop killing Pompeii ruins” è un gruppo sorto nella comunità mondiale di Facebook che lievita ogni giorno di adesioni.
Intanto il 10 giugno il maestro Riccardo Muti è in calendario per inaugurare la stagione dei concerti a Pompei. Leggete cosa ha dichiarato, alcune settimane fa, Marcello Fiori, commissario straordinario degli scavi di Pompei, proveniente della Protezione Civile. “Siamo particolarmente grati al maestro Muti per aver accettato di inaugurare con uno speciale concerto il restaurato Teatro Grande…. palcoscenico del mondo in cui la bellezza in tutte le sue espressioni è la vera protagonista”.
Più avanti , nello stesso comunicato stampa e nello stesso stile si legge: “Con questo ultimo grande restauro sono stati effettuati una serie di interventi mirati che hanno finalmente dotato il teatro di un’idonea illuminazione, un’adeguata accoglienza, segnaletica, transenne e protezioni, che sono stati realizzati o restaurati nel pieno rispetto delle norme sulla conservazione dei beni artistici”
Viene da chiedersi, ma il maestro Riccardo Muti è a conoscenza dello scempio compiuto al Teatro Grande di Pompei? E’ a conoscenza il maestro Muti che non inaugurerà il “restaurato Teatro Grande”, ma un “Nuovo Teatro” edificato negli scavi di Pompei?
Certamente non sà nulla, impegnato com’è in giro per il mondo o forse ha letto il Corriere della Sera. Dal grande artista internazionale, dall’icona della cultura e dell’arte italiana nel mondo, sarebbe utile per l’intero Paese se arrivasse un forte segnale di sintonia tra la conservazione del patrimonio archeologico e il patrimonio musicale italiano, magari evitando di inaugurare proprio lo scempio agli scavi di Pompei.
Antonio Irlando