AR Industrie Alimentari S.p.A., continua il ridimensionamento dell’industria conserviera di via Buon Consiglio. A poche settimane dall’inizio della campagna estiva conserviera, gli operai del conservificio scendono in strada e incrociano le braccia per l’imminente e inevitabile ridimensionamento dello stabilimento di Sant’Antonio Abate. Infatti, è da pochi giorni confermata dagli stessi operai, la notizia dello smontaggio di alcune linee produttive dell’oro “rosso” rilavorato come i derivati del pomodoro con cui si ottengono le tradizionali passate in brik e bottiglie ed i concentrati ed i sugli pronti in scatole. L’ovvia motivazione che deprime le tantissime famiglie abatesi, e non solo abatesi, è il trasferimento e la risistemazione delle linee produttive nel nuovo mega impianto conserviero realizzato l’anno scorso a Incoronata, Foggia. Rabbia e delusione per un trasferimento aziendale che andrà a colpire l’economia locale dell’intero comprensorio e di tante famiglie di S. Antonio, Angri, Scafati, Lettere e S. Maria la Carità. Se da una parte continua ad esserci il crescente sviluppo e ampliamento dello stabilimento di Foggia, dall’altra continua ad esserci un ridimensionamento della fabbrica Ex IPA che continua a vedere il proprio destino seguire quello degli altri opifici chiusi fino ad oggi. Ormai quelle che erano solo voci del trasferimento in blocco del gruppo A.R. Industrie Alimentari a Foggia per completare la realizzazione dell’opera – il mega impianto conserviero più grande dell’Italia Meridionale – vanno a concretizzarsi quotidianamente sempre di più. Già l’anno scorso l’ex stabilimento La Perla di Scafati situato in via Santa Maria la Carità, chiuse i battenti vedendo trasferire ben sette linee produttive di cubettato fresco provocando il licenziamento in massa di centinaia di lavoratori stagionali. Capifamiglia, mogli e soprattutto giovani, si ritrovarono dalla sera al mattino senza un lavoro, che, seppur stagionale e provvisorio, dava la possibilità di lavorare e guadagnare uno stipendio a fine mese. Un’unica possibilità concessa agli operai era stata data attraverso una lettera con la quale si informava della possibilità di trasferirsi stagionalmente per lavoro nella sede di Foggia. Successivamente nell’inverno scorso, è toccato all’imponente scatolificio Ex Elvea di Angri – uno dei più importanti del comprensorio agro-sarnese per la quantità e la qualità produttiva registrata nel corso degli anni – a chiudere i cancelli e vedere prima smontare pezzo dopo pezzo intere linee produttive e poi, licenziare in tronco tanti operai illusi fino alle fine di trovare un loro reimpiego all’interno del gruppo conserviero. Adesso il drammatico epilogo. Dopo che per mesi gli operai, i meccanici ed i chimici dello stabilimento conserviero di via Buon Consiglio non hanno visto rinnovarsi il loro contratto di lavoro con l’azienda, adattandosi di conseguenza ad un rapporto di precariato con un’agenzia interinale di lavoro, la Man Power S.p.A., assisteranno a breve al graduale smontaggio di alcune linee produttive dei derivati del pomodoro, fino ad arrivare ad Ottobre prossimo, dove, secondo gli stessi operai, l’azienda terminerà la produzione per trasferirsi completamente ad Incoronata (FG). Arrabbiati e delusi gli operai che, dopo aver trascorso un’intera vita a lavorare al servizio del gruppo AR Industrie Alimentari e della famiglia Russo, vedranno l’unico stabilimento rimasto in produzione, fermarsi dopo quarant’anni e trasferirsi altrove. Rabbia e delusione da parte degli operai, dei meccanici e degli impiegati dello stabilimento dell’Ex IPA che, salvo ripensamenti e passi indietro, si ritroveranno Lunedì mattina a protestare davanti ai cancelli dell’azienda in via Buon Consiglio. Infatti secondo il comunicato pubblico affisso Giovedì mattina all’entrata dello stabilimento, le sigle sindacali di FAI-CISL Napoli e FLAI-CGIL Napoli, rappresentate rispettivamente dai propri referenti Francesco Fattorusso e Nicola Ricci, insieme alla RSU dello stesso stabilimento abatese, hanno proclamato lo stato di agitazione per 8 ore per Lunedì prossimo 7 Giugno, a partire già dal primo mattino. Ad essere presenti tutte le categorie di lavoratori dello stabilimento abatese che incroceranno le braccia, sostenuti dalle proprie famiglie. Padri, madri e figli si ritroveranno davanti ai cancelli per gridare il loro dissenso ed il loro disagio per gli imminenti licenziamenti previsti con lo smontaggio delle linee produttive. Ma secondo diversi lavoratori, questo sarà solo l’inizio. Infatti molti giurano che lo sciopero durerà ad oltranza fino a quando non raggiungeranno un accordo con la dirigenza del gruppo AR e la famiglia Russo, affinchè venga assicurato loro un lavoro duraturo e dignitoso con cui mantenere le proprie famiglie.
Vincenzo Vertolomo