C’era grande attesa questa mattina per la prima manifestazione cittadina organizzata dal “Comitato Operai Stabiesi”, formato da lavoratori dell’indotto delle principali industrie in crisi di Castellammare, Fincantieri in primis. Attesa e incognite perché il corteo non è stato organizzato né dai sindacati né da forze politiche, bensì da operai in cassa integrazione con voglia di fare, discutere e concertare. L’attesa è terminata alle ore 9 di questa mattina, quando in piazzale Amendola, all’ombra delle mura dello stabilimento Fincantieri, si sono riunite circa mille persone pronte a sfilare in tutta la città.
I sindacati e i loro rappresentanti hanno storto il naso nelle ore precedenti la manifestazione: alcuni di loro si sono accodati al corteo ma in veste “privata”, senza bandiere né striscioni. A rappresentare il mondo politico c’erano la consigliera comunale Anna Scevola, il neosegretario del Partito Democratico Nicola Cuomo, il rappresentante dei Giovani Democratici Francesco Russo, e quello della Federazione delle Sinistre Pierluigi Fogliamanzillo. «Da parte nostra abbiamo invitato tutti – ha affermato il coordinatore del comitato Armando Uvale – non abbiamo da rimproverarci niente. Ringraziamo sia chi ci sta al fianco sia chi si defila».
E’ un “esperimento” importante quello di Castellammare, probabilmente tra i primi in Italia. Chi pensava che le sigle sindacali fossero indispensabili per una manifestazione del genere ha dovuto ricredersi. Ma per affermare che l’esperimento sia andato o meno a buon fine bisognerà attendere: fin dove potranno arrivare i cassintegrati autonomi dipenderà anche dalle eventuali reazioni dai sindacati.
La città, insomma, ha risposto in maniera egregia all’appello dei lavoratori. Sono tanti gli elementi che da molto non comparivano in un corteo di operai. Non c’erano i sindacati ma in compenso c’erano gli applausi dei cittadini al passaggio dei manifestanti; c’erano le serrande abbassate di tutti gli esercizi commerciali delle strade interessate dal corteo, grazie anche all’appoggio da parte dell’Ascom; c’era l’adesione delle associazioni realmente “impegnate” a Castellammare: “Il Sorriso”, “Casa del Popolo”, Mani Tese”, “Demograssic”; c’erano i sorrisi e la goliardia di un mondo in crisi che cerca di risalire la “china” con le sole proprie forze.
Ed è proprio la goliardia di diversi operai che durante la manifestazione ci ha fatto notare un grosso cagnone nero che ha accompagnato i lavoratori in ogni angolo della città attraversato. Si tratta di uno dei randagi che le tute blu ritrovavano all’esterno della mensa di Fincantieri ogni giorno prima della cassa integrazione. Questa mattina alle 8 si trovava in piazzale Amendola, pronto a sfilare anche lui.
Un giro lunghissimo quello compiuto dai lavoratori del comitato, durato circa tre ore, che ha attraversato via Bonito, via Mazzini, viale Europa, piazza Matteotti, piazza Spartaco, viale Europa, via Nocera e poi giù fino a Palazzo Farnese. Un giro lungo che ha disperso un bel po’ di partecipanti, ma non la voglia di ottenere risposte circa il futuro delle aziende in crisi. «Sentivamo davvero il bisogno di far sentire la nostra voce – ha affermato Uvale – e le nostre iniziative non si fermeranno di certo. Non siamo così presuntuosi da affermare che il comitato è nato per colmare il vuoto tra sindacati e politica, ma se il megafono non ce lo passano noi ce lo prendiamo». Al termine del corteo, una delegazione del comitato ha incontrato il sindaco di Castellammare Luigi Bobbio.
Di seguito i comunicati diramati, rispettivamente, dal Comune di Castellammare e dai Giovani Democratici.
“I lavoratori di Castellammare di Stabia sappiano che la mia Amministrazione comunale rappresenterà sempre un presidio, fermo e irremovibile, di difesa dei loro diritti”. Lo ha detto il sindaco, Luigi Bobbio, incontrando questa mattina, presso Palazzo Farnese, una delegazione del “Movimento operaio stabiese”. “Condivido e appoggio con grande convinzione, oltre che con sentito spirito di solidarietà, le giuste rivendicazioni di chi vuole tutelare la propria occupazione, messa sì a rischio da una congiuntura economica negativa, sia a livello nazionale che internazionale, ma anche – a livello locale – da scelte discutibili di programmazione economica e industriale”, ha aggiunto Bobbio.
“E’ chiaro che l’Amministrazione comunale non può sostituirsi al mercato, così come il sindaco non ha la facoltà di assumere al posto degli imprenditori, ma le Istituzioni possono, anzi devono creare le condizioni perché si agevoli l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, così da mantenere e se possibile incrementare i livelli occupazionali”. Il primo cittadino si è soffermato, in particolare, su alcune vicende che hanno interessato questo primo scorcio di Amministrazione comunale: “Sul Crowne Plaza siamo riusciti a far chiudere un buon accordo tra proprietà e sindacati”, ha sottolineato, “che ha scongiurato la lunga catena di licenziamenti che si stava profilando all’orizzonte e ha permesso di garantire la cassa integrazione a dodici lavoratori, con l’impegno scritto, da parte della proprietà, di richiamarli in servizio appena le condizioni di mercato lo permetteranno”.
Su Fincantieri, invece, il sindaco ha posto l’accento sull’importanza dell’avviso per la “manifestazione d’interesse la costruzione dei due pattugliatori della Capitaneria di porto”, che dimostra che i tempi per la fissazione della data del bando di gara sono ormai prossimi. “Certo, bisognerà poi programmare una nuova e più tempestiva azione di procacciamento delle commesse future”, ha continuato il sindaco, “ma è importante che il cantiere non interrompa i processi produttivi. Quanto all’indotto, spero che le aziende del comparto dimostrino maggiore sensibilità verso le maestranze del territorio, magari impegnandole anche in trasferte fuori regione”.
“Su un aspetto, però, è necessario fare chiarezza”, ha proseguito il sindaco Bobbio. “Ci sono situazioni imprenditoriali e occupazionali, ereditate dalla passata Amministrazione, che sono state gestite con grave approssimazione e superficialità e che, alla prova dei fatti, come la semplice richiesta di un impegno scritto per il futuro dei lavoratori, da parte dell’Amministrazione comunale, hanno manifestato tutta la loro fragilità e incapacità di azione. Gli operai ex Avis, soltanto per fare un esempio, hanno scoperto non più di settantadue ore fa che l’azienda non è in possesso di alcun piano industriale di riconversione dell’area, se non un ipotetico intervento di riqualificazione, in chiave turistico-ricettiva, che non considera il complesso scenario normativo e regolamentare nel quale, eventualmente, andrebbe a collocarsi”.
“La città vive una situazione indubbiamente difficile sotto il profilo dell’occupazione”, ha concluso il sindaco Bobbio, “e nutro profonde preoccupazioni anche per chi oggi è nei serbatoi del lavoro attivo. Voglio però assicurare i lavoratori e tutti i cittadini di Castellammare di Stabia che la mia Amministrazione comunale guarderà alla questione occupazionale come al tema principe dell’azione di governo cittadino, soprattutto in chiave di sviluppo turistico, per offrire una opportunità di crescita alla nostra comunità che non può e non deve essere lasciata sola in questa rivendicazione di diritti fondamentali”.
Giovani Democratici:
Esprimendo profonda solidarietà a tutti i lavoratori: Fincantieri; Avis; Meb; tutte le altre aziende che si trovano in difficoltà. I Giovani Democratici invitano, tutte le forze politiche e sindacali ad unirsi di fronte ad una grave crisi occupazionale cui Castellammare da troppi anni non riesce a venirne fuori, la continua deindustrializzazione rischia di compromettere seriamente la tenuta sociale in città. Alle forze politiche di maggioranza e di opposizione per tanto chiediamo di mettere da parte la naturale contrapposizione, e di lavorare unitariamente per il lavoro e per la città. Perché non è demagogia se si dice che il lavoro è l’unica arma che noi abbiamo per la lotta alla camorra e per il riscatto civile e sociale del territorio. Dobbiamo riuscire ad eliminare, dal nostro vocabolario e quindi dal nostro lessico quotidiano parole come: disagio, degrado e povertà. Lo possiamo fare se e solo se, offriamo alle famiglie le condizioni tali da poter vivere dignitosamente, tali condizioni le da solo il lavoro. I Gd esprimono piena solidarietà a tutti i lavoratori del comune, dirigenti e dipendenti semplici, perché convinti della buna fede e dell’onestà della stragrande maggioranza di essi. Chiedono per tanto, che venga palesato l’esito della commissione d’accesso, perché e impensabile che un dipendente comunale venga visto come un appestato, e per tanto messo alla gogna, al contrario se vi sono mele marce nella macchina comunale va fatta pulizia con estrema determinazione!
Francesco Ferrigno