Dopo sei mesi di stop dovuti al commissariamento del dicembre scorso, la modernissima sala consiliare del Comune di San Giuseppe Vesuviano ha rivisto la consueta battaglia tra consiglieri ed assessori di maggioranza e minoranza nel consiglio comunale di martedì 8. Attesissimo era il faccia a faccia tra il primo cittadino e l’esponente più autorevole dell’opposizione, Vincenzo Catapano, capogruppo del Pdl, che si è tramutato in uno scontro durissimo che ha tenuto banco nell’assemblea. Il consiglio cominciava con la surroga del consigliere del Pdl, Luigi Bobbio, attualmente sindaco di Castellammare, che per incompatibilità di cariche ha ceduto il suo scranno di consigliere a Luigi Miranda, subentrato a sua volta per l’ulteriore rinuncia di Tommaso Andreoli. Si passava alle dichiarazioni di appartenenza tanto attese che hanno stravolto l’assetto politico sangiuseppese e di cui avevamo dato notizia con largo anticipo. In particolare, Vincenzo Ugliano, ex capogruppo del Mpa, partito in cui militava il gruppo del sindaco Ambrosio passato poi all’Udc, si sedeva nei banchi dell’opposizione dichiarando la sua appartenenza al Pdl e di “tornare all’ovile”, criticando le scelte dei suoi ex colleghi di maggioranza, e subendo poi la dura replica del vicesindaco Santorelli. A sua volta, il consigliere di maggioranza Areniello si dichiarava indipendente. Il nuovo capogruppo dell’Udc è invece il giovanissimo Armando Salerno, il quale subito annunciava il riavvio dei lavori a Piazza Garibaldi. Partiva poi un inaspettato quanto duro attacco del capogruppo del Pd, Dora Franzese, che accusava l’amministrazione di aver compiuti “disastri” e “scelte scellerate”. Subito dopo, l’attesissimo intervento del sindaco, il quale esordiva proprio rispondendo alle accuse della Franzese: una vera e propria “caduta di stile” secondo il primo cittadino. Poi, una dura invettiva contro i presunti “mandanti” dell’azione politica che nel dicembre scorso portò allo scioglimento del civico consesso della cittadina vesuviana. Ci sarebbero dei veri e propri “falsi” nelle documentazioni portate all’attenzione del Consiglio dei ministri, tali che facevano affermare ad Ambrosio: «Chi ha sbagliato pagherà. Vi sono dei settori “deviati” dello Stato che hanno speculato su questa vicenda. Si è parlato di rapporti con presunti camorristi, che tra l’altro non sarebbero nemmeno tali, dato che il Tribunale di Nola ha dichiarato inesistente il gruppo criminale menzionato nelle relazioni della commissione d’accesso. È tutta aria fritta». Attacchi poi ai giornalisti macchiatisi, secondo il primo cittadino, di “sciacallaggio”. Tra le novità, il presidente Alberto Randaccio annunciava la sua adesione al gruppo “Noi Sud” insieme ai consiglieri Nunzio Zurino ed Enrico Miranda. A questo punto iniziava la bagarre tra Ambrosio e Catapano. Il capogruppo del Popolo delle Libertà partiva lancia in resta parlando di “ripristino dell’illegalità” con il reinsediamento dell’attuale giunta. Alcune zone di San Giuseppe sarebbero, secondo Catapano, veri e propri “domini” dell’illegalità e così elencava tutta una serie di episodi di inciviltà, chiamando in causa direttamente gli stessi membri dell’amministrazione. Il colpo di scena finale toccava ad Antonio Agostino Ambrosio: «ci troviamo sempre di fronte ad un film visto e rivisto. Stavolta però non accetteremo accuse del genere. Agiremo per diffamazione. Mi farò carico di inviare gli atti di questo consiglio alla Procura della Repubblica».
Antonio Averaimo