Castellammare, cumulo di pena: arrestato fedelissimo del clan Cesarano

Rintracciato ed arrestato nuovamente Agostino Cascone, pregiudicato di 33 anni, ritenuto elemento di spicco del clan Cesarano, cosca camorristica che opera in località Ponte Persica, periferia stabiese. Il 33enne dovrà scontare la pena residua di 11 mesi e 21 giorni di reclusione per spaccio di stupefacenti, ed è stato ritrovato dagli agenti del commissariato di polizia di  Castellammare di Stabia che, agli ordini del primo dirigente Luigi Petrillo e del vicequestore Stefania Grasso, l’hanno raggiunto nella serata di martedì in Via Pozzillo. Cascone, era destinatario di un provvedimento di revoca di decreto di sospensione di ordine di esecuzione per la carcerazione e ripristino dell’ordine medesimo, emesso dalla Procura della Repubblica presso la Corte di Napoli, dovendo espiare un residuo di pena per spaccio. Il suo precedente arresto risale al 12 marzo del 2008, quando l’affiliato al clan Cesarano fu scoperto ed arrestato in un vecchio casolare abbandonato tra Bernalda e Pisticci, in provincia di Matera dove si era rifugiato e comunque riusciva ad avere rapporti con i vertici del clan camorristico che opera sul territorio pompeiano. Prima di quell’arresto, Cascone era riuscito a rendersi latitante per quasi due anni. Infatti, il 33enne sfuggì alla cattura il 7 aprile del 2006, facendo perdere a lungo le sue tracce, salvo poi essere scoperto dagli 007 del commissariato di Castellammare di Stabia che riuscirono a pianificare ed effettuare il blitz nel casolare del materano all’alba del 12 marzo 2008, quando Cascone fu stato trovato ancora a letto, sicuro del suo rifugio. Il suo ruolo nel clan Cesarano era noto agli inquirenti ormai da anni, confermato anche nel provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso nei suoi confronti nell’aprile del 2006 dalla procura di Napoli. L’allora 30enne, operava sul territorio di Pompei, in particolare nella zona Ponte Persica, al confine con Castellammare di Stabia, dove lui risiede tuttora. I suoi “compiti” erano svolti esclusivamente nella città mariana dove, insieme a quattro complici, gestiva il business delle estorsioni, per lo più richieste a commercianti e imprenditori locali. Il 19 novembre 2008 arrivò per lui l’assoluzione nel processo che si concluse con la condanna dalla seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata ai danni del fratello Beniamino Cascone e di altri due esponenti del clan Cesarano, Antonio Avitabile e Pasquale Inserra. Beniamino Cascone fu stato condannato a 13 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 2.200 euro; Pasquale Inserra fu condannato a 9 anni e 2 mesi più 1.350 euro di multa; Antonio Avitabile a 9 anni e sei mesi oltre ai 1750 euro di multa, mentre l’unico ad essere stato assolto per non aver commesso il fatto fu proprio Agostino Cascone.

Dario Sautto

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