Il silenzio che ha distrutto gli Scavi di Pompei

Tutti a celebrare il gran concerto del Maestro Riccardo Muti. Un evento per tutta Pompei, sicuramente. La celebrazione della Cultura e della musica classica. La valorizzazione del patrimonio archeologico pompeiano. Sì, d’accordo su tutto, meno sull’ultimo punto. Dai lavori, che di restauro hanno ben poco, ne esce un Teatro Grande completamente stravolto. Il tutto, nel colpevole silenzio di tutti. Pochi indignati hanno voluto approfondire quanto denunciato dall’Osservatorio Patrimonio Culturale presieduto da Antonio Irlando e pubblicata nelle ultime due settimane anche da Il Gazzettino Vesuviano. Ancora in minor numero hanno voluto esprimere la propria opinione. E le cifre calano sensibilmente se andiamo a parlare di media, nazionali e locali, che hanno preferito “incassare il buco” in silenzio, senza andare a scavare in una realtà che ha “ucciso” una parte del patrimonio archeologico degli Scavi di Pompei, cancellando di fatto il Teatro Grande. Tutto questo, poi, semplicemente per ospitare concerti e spettacoli già ospitati in passato senza bisogno di “invadere” gli Scavi con martelli pneumatici, scavatori e attrezzi da lavoro devastanti in campo archeologico. Sul polverone scatenato a fine maggio da un articolo del Corriere della Sera, il Ministro Sandro Bondi ha preferito semplicemente glissare, ancora con un silenzio, facendosi difendere da Berlusconi appena pochi giorni fa. In silenzio, si è defilata anche l’amministrazione comunale locale: il sindaco Claudio D’Alessio è sembrato sorpreso durante un’intervista alla nostra webtv, richiamando a spiegazioni che avrebbe potuto dare solo dopo aver capito qualcosa in più sull’argomento. Una settimana è passata per intera, e molto probabilmente stasera sarà seduto in prima fila, sulle gradinate in tufo moderno, ad ascoltare il Maestro Muti. In silenzio le Istituzioni e i grandi Media. E poco importa se per un lavoro che doveva costare 400 mila euro (in totale sono stati spesi oltre 4 milioni) le Procure indagheranno e, scavando, troveranno colpevoli: lo scempio è stato fatto. Il silenzio, in questo caso, ha fatto più danni di un martello pneumatico.

Dario Sautto

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