Quella dell’emergenza idrica è la più irritante piaga che ogni anno colpisce la maggior parte dei paesi del vesuviano. Intere zone lasciate a secco per, a volte, sconosciute questioni. Rubinetti chiusi per interminabili lavori alle tubature che gettano nel panico intere cittadinanze, costrette a fare i conti con una realtà che a tratti ha dell’inverosimile, vista l’epoca in cui viviamo. Anche quest’anno, e neanche a farlo apposta puntualmente d’estate, l’emergenza idrica è tornata a farsi sentire. I paesi più colpiti sono stati quelli di Somma Vesuviana, dove l’acqua è mancata per circa una settimana, ed Ottaviano dove, invece non è stata erogata per due giorni in tutto il paese e per i restanti della settimana solo nella zona alta. Proteste e dissenso da parte della cittadinanza nei confronti del Sindaco Mario Iervolino che non ha potuto fronteggiare all’emergenza a causa di un ritardatario avviso via fax da parte dell’azienda che gestisce il servizio idrico, la Gori, che ha contattato il comune di Ottaviano nel pomeriggio del venerdì, quando gli uffici erano, come da orario, chiusi. Disagio, dunque, nel paese vesuviano dovuto alla riduzione della quantità d’acqua erogata dalla stazione centrale a cui si è unito un incremento dei consumi per le elevate temperature stagionali. Disagio, comunque, dovuto alla mancata preparazione dei comuni dell’area vesuviana alle emergenze, in primis per quella idrica. L’Amministrazione comunale sta in tutti i modi tentando di tenere la critica situazione sottocontrollo. Ci sta riuscendo in parte, soprattutto sul territorio di San Gennarello, dove l’acqua scorre normalmente. Tuttavia il Comune, in concomitanza con il comandante dei vigili urbani di Ottaviano, Vincenzo Acerra, e con l’ausilio degli uomini della Protezione Civile, ha ordinato delle operazioni per cercare di tener testa all’emergenza e limitare i disagi, tra cui la disposizione di punti di distribuzione d’acqua in varie zone del paese.
Giuseppe Annunziata