Pomigliano d’Arco, al referendum prevalgono i “si”

Foto Enzo Iandolo

E’ notte fonda, quando a Pomigliano d’Arco fuori i cancelli dello stabilimento Fiat Giambattista Vico si attende il verdetto, mentre all’interno si procedeva allo spoglio. Una notte che sembrava non terminare mai, e l’ansia dei lavoratori per il futuro industriale dello stabilimento pomiglianese. In ballo c’è il piano industriale, e la produzione della Fiat Panda, questo l’oggetto dell’accordo tra i sindacati e l’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne. Nel frattempo mentre all’interno si svolge lo spoglio fuori i cancelli, Massimo Brancato della Fiom CGIL tuona dichiarando ai microfoni di Tg3 Linea Notte alla RAI: “La nostra posizione non cambia questo referendum non è libero, anche con la vittoria dei si, continueremo a lottare per i diritti dei lavoratori, questo stabilimento non è uno stabilimento di fannulloni e l’assenteismo del 3,7%  rientra nella media”.  Dunque come si apprende facilmente da questa dichiarazione di Brancato, la Fiom non si arrenderà tanto facilmente anzi tutt’altro, ed è quanto meno comprensibile la posizione della Fiom se non addirittura condivisibile, ci si chiede però quale alternativa potrebbe esservi alla produzione della Panda. Un’alternativa non c’è, o meglio forse l’unica alternativa è la chiusura dello stabilimento G. Vico di Pomigliano. Qualcuno però giustamente rivendica che nemmeno i nostri padri operai avevano alternative, semmai l’unica alternativa era quella di lottare per i diritti. Fatto sta però che al referendum son o prevalsi i voti favorevoli all’accordo con una percentuale del 64% ed una percentuale di voti contrari del 36%. Dunque una vittoria netta ma non nettissima dei Si, soprattutto ove si consideri la comunque consistente percentuale dei No, che come si diceva prima è stata del 36%. La percentuale dei partecipanti è stata molto elevata con circa il 95% di votanti, pari a 4642 lavoratori che si sono espressi in questo referendum, segno che la vicenda è molto sentita dai lavoratori, che ora si dicono preoccupati dalle scelte dell’azienda in quanto appunto la vittoria dei Si non è stata così nettissima come ci si aspettava. Forse però, il voto per questo referendum potrebbe anche aver subito l’influenza della discussione svoltasi nel consiglio comunale e provinciale congiunto, che si è tenuto proprio in vista del referendum il giorno precedente, ovvero lunedì 21 giugno presso il teatro Gloria (foto), ed al quale hanno preso parte, il sindaco di Pomigliano d’Arco Lello Russo, il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, e vari consiglieri comunali e provinciali sia della maggioranza che dell’opposizione. Durante la discussione ci sono stati vari interventi alcuni tesi a sostenere le ragioni del Si, altri come quelli della Fiom in favore del No, ed ancora altri interventi da parte degli esponenti del Pd che hanno deciso di non schierarsi sostenendo che la scelta toccasse essenzialmente ai lavoratori essendo gli stessi interessi dei lavoratori ad essere in gioco. Tuttavia tale consiglio in particolar modo il giorno precedente il referendum, è sembrato la solita passerella di esponenti del mondo politico che con demagogie e strumentalizzazioni varie hanno sciorinato abili giochi di parole in discorsi complessi ed articolati, senza arrivare al nocciolo della questione. Ci auguriamo come sempre che la politica si svesta di questa strumentalità, che sia scevra da demagogie ed opportunismi facili, e che torni ad un ruolo di mediazione efficace in questa vertenza affinché i diritti dei lavoratori e la tutela dei livelli occupazionali siano sempre garantiti.

Massimo Venturi

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