Marigliano: il centrosinistra chiede la rescissione del contratto Gori

Proprio in concomitanza con un dibattito sull’Acqua pubblica, promosso da CGIL e Federcosumatori, dove si è discusso sull’importanza di creare un corretto regime per la gestione del servizio idrico, magari sottraendolo ad una coordinazione privata, è arrivata, a seguito del Consiglio Comunale tenutosi mercoledì 16 giugno, la richiesta da parte di Pd e Sinistra e Libertà di rescindere il contratto con la Gori, società di gestione del servizio idrico integrato, ed inserire l’acqua come bene comune ed inalienabile nello statuto comunale. La richiesta è partita dal consigliere comunale di SeL, Nello La Gala, che ha presentato un ordine del giorno siglato dai gruppi consiliari di Sinistra e Libertà e del Partito Democratico dove mette a punto la mancanza di quei presupposti prefissati ed imprescindibili per continuare il rapporto con l’azienda, presupposti citati nella delibera approvata il 3 novembre 2009 dal Consiglio Comunale, nella quale erano, peraltro, previsti lavori per la realizzazione in tempi brevi della fogna nella frazione Miuli, la sistemazione del collettore fognario in via Nuova del Bosco, la manutenzione ordinaria e straordinaria delle fogne e molti altri servizi non ancora realizzati. Accanto a tali motivazioni, il consigliere di Sinistra e Libertà ed il consigliere del Pd Vincenzo Esposito, aggiungono anche la necessità di eliminare l’acqua da qualsivoglia processo di privatizzazione e di spingersi verso il raggiungimento di una gestione del servizio idrico del tutto pubblica. “Il problema relativo all’acqua ed alla sua gestione” espongono i consiglieri “va affrontato e risolto con decisione e senza ulteriori tentennamenti. Tenendo conto dell’atteggiamento e di quanto dichiarato da esponenti della stessa maggioranza nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, a partire dalle nostre sollecitazioni, siamo pronti ad assicurare, in questo senso, la più ampia collaborazione. In caso contrario, chi governa la città dovrà assumersi la responsabilità, di fronte ai cittadini, di ritenere l’acqua alla stregua di qualunque altro bene di consumo e, dunque, fonte di guadagno e risorsa mercificabile, anziché bene comune da riconoscere a tutta la collettività. Tale atteggiamento, da parte dell’amministrazione di centro-destra, significherebbe anche un esplicito e positivo riconoscimento dell’operato della Gori. Li aspettiamo alla prova dei fatti, nella convinzione che chi governa debba assumere, quale criterio della propria attività, la volontà e la capacità di incontrare e soddisfare i bisogni e le urgenze che emergono dal territorio e dal tessuto sociale che su di esso insiste.”

Giuseppe Annunziata

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