Al “Il Giardino delle Esperidi – triclinius maius” gran connubio live music – bollicine della Valdobbiadene

Poter godere la zona giardino di un ristorante di gran qualità e classe, all’insegna della live music, gustando le prelibatezze della casa accompagnate dalle “Bollicine della valdobbiadene”, vivendo così una serata frizzante, ad un prezzo fortemente contenuto è quanto propone per venerdì 9 “Il Giardino delle Esperidi – triclinius maius”. Il successo ottenuto nella  precedente serata estiva di quest’anno denominata “Ballando tra i tavoli”, con un costo di solo € 25.00, ha stimolato i titolari della struttura ad organizzarne altre per far meglio conoscere le proposte ristorative d’alta classe che intendono offrire ad una clientela intenditrice delle “cose buone”. Un nome che rimanda alla storia e alla sua riscoperta risponde ad un’esperienza concreta nel caso de “Il Giardino delle Esperidi – triclinius maius”. Il ristorante è veramente ottimo sotto tutti i punti di vista, a cominciare dal raggiungimento semplificato, trovandosi ad poche centinaia di metri dall’uscita di Scafati dell’Autostrada A3 Napoli – Salerno ed offrendo la certezza di trovare parcheggio. Gli eleganti e ben curati spazi giardino con le attraenti vasche d’acqua accolgono subito il cliente in una atmosfera di tranquillità legata alla scoperta di quello che può proporre la cucina ma anche la sala interna del ristorante che dal nome stuzzica la scoperta del <triclinio>, che era il locale in cui veniva servito il pranzo nelle case degli antichi romani. In queste case il <triclinius maius> (grande sala da pranzo) era usato per dare delle feste alle quali erano invitati un gran numero di ospiti. Entrando ci accorgiamo subito di aver fatto un’ottima scelta trovando d’impatto una moderna e grande sala, realizzata dall’architetto Tiziana Vitiello, che risulta architettonicamente e nei colori rispondente al nome del locale, con una diretta visione dell’angolo bar e dei vini disponibili, si aggiungono i tavoli ben disposti con spazi ampi, una hotellerie semplice ed allo stesso tempo elegante, moderna e funzionale, un’illuminazione non aggressiva ma ben distribuita ed un servizio di prim’ordine diretto da Vincenzo Carotenuto. L’ unione in società tra Carotenuto, lo chef Gioacchino Nocera e la famiglia La Mura di Pompei, che è proprietaria dello stabile il 10 dicembre 2007, ha dato vita all’apertura dell’attuale locale che inizialmente era una stalla, trasformata poi in abitazione e dal 1996 in ristorante. Il locale, che come ci dice Carotenuto, offre ogni mese la particolarità di una serata a tema con prodotti campani che hanno ottenuto una denominazione riconosciuta di marchi garantiti, ha in pochi anni ricevuto sempre più l’apprezzamento da parte di clienti per la continuità nel perseguimento di una politica che garantisce la buona cucina e tant’altro. Lo Chef Gioacchino Nocera, coadiuvato da Luigi Barbuto, tiene subito a precisare: ”la nostra cucina è del territorio, valorizziamo veramente il territorio perché usiamo soltanto prodotti di stagione e dei nostri mercati locali. Il pesce che serviamo è rigorosamente del pescato giornaliero del nostro mare, non usiamo pesce proveniente dall’estero, né di allevamento né congelato. Stesso discorso vale per le verdure che sono tutte fresche e del nostro mercato. La nostra carta è una dimostrazione che le proposte di piatti che porgiamo ai clienti cambia di giorno in giorno ed al massimo dura per pochi giorni, ma ad esempio il pesce siamo portati a non scriverlo neppure nella lista perché improvvisamente, anche durante il giorno, il nostro pescatore di fiducia ci arricchisce di un pescato vivo che possiamo proporre immediatamente al cliente. La nostra teoria è che si va al ristorante per mangiare bene e ci porta anche a rinunciare a volte a proporre piatti prefissati, che magari, buoni lo stesso perché ben elaborati, non raggiungono però l’optimum che è nostro impegno e volontà far gustare all’ospite della casa. Il mio primo impegno – continua Nocera – è manipolare i nostri eccezionali prodotti per proporre una cucina mediterranea rivisitata ma senza creatività inutili. Tanto per fare un esempio prepariamo le braciole tipiche napoletane nel ragù, lasciandolo pippiare come faceva la nonna, ma una volta cotte le mettiamo insieme al ragù nel frigo e le serviamo il giorno successivo ottenendo una leggerezza, perché i grassi affiorano in superficie ed eliminandoli otteniamo la conservazione di tutti i sapori autentici ma un sugo gradito da tutti, anche da chi è a dieta o ha problemi di colesterolo. Questo è il nostro rivisitare un piatto che in tal caso serviamo su una passatina di ricotta con il ragù sopra e la braciolina insieme alla pasta. Stesso procedimento usiamo ad esempio per la genovese. Stesse attenzioni e rispetto adoperiamo nel cucinare e servire il pesce, che da noi viene sempre servito pulito in sala e solo per alcuni pesci e cotture in cucina perchè tecniche di lavoro ci permettono di farlo gustare meglio al cliente regolando le cotture delle varie parti e facendo sentire i perfetti sapori del prodotto esaltandone anche la freschezza. Un Menù tipico?: per antipasto una variazione di pece azzurro partendo dal crudo e progressivamente cotto in quattro diverse proposte, come primo Spaghettone di Gragnano con vongole, lupini e asparagi e per secondo zuppetta di coccio di mare con pomodorini olive capperi ed un crostone di pane cafone (una specie di zuppa di pesce) e per dessert un croccantino alle mandorle. Per la serata del 9 luglio occorre prenotare il tavolo chiamando il numero telefonico 081 8502130.

Giuseppe De Girolamo


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