Si è concluso con un sostanziale nulla di fatto l’incontro di ieri in Prefettura sulla «questione termale» di Castellammare. La situazione, quindi, non accenna a sbloccarsi per il momento. Tra Asl e Terme, ovvero tra debitore e creditore non c’è dialogo, e i fondi per gli stipendi dei lavoratori tardano ad arrivare. Non sono del tutto chiari i motivi della mancata partecipazione all’incontro di ieri, ma una nuova riunione è stata indetta per il prossimo 9 luglio in Regione. «Si spera che al prossimo incontro – ha dichiarato al termine del tavolo in Prefettura Filippo Cruscolo della Filcams-Cgil – parteciperanno tutte le parti in causa. Come sindacati abbiamo posto l’accento sull’emergenza sociale che esploderà a breve se le retribuzioni non arriveranno». Alla riunione hanno partecipato, oltre a Criscuolo, anche Giuseppe Silvestro della Uil, Pietro Contemi della Cisl, Carmine Barba della Ugl, il sindaco Luigi Bobbio e il direttore generale di Federterme Aurelio Crudeli. Tutto da rifare, insomma: da una parte restano i lavoratori sul piede di guerra che minacciano nuovi scioperi e dunque un nuovo blocco totale dello stabilimento, e dall’altra prosegue la polemica «politico – manageriale» tra il primo cittadino di Castellammare e l’amministratore unico delle Terme Salvatore Iovieno. Questa mattina si svolgerà nel complesso termale una nuova assemblea durante la quale i sindacati aggiorneranno i circa 200 dipendenti sull’attuale situazione concordando nuove forme di protesta. Iovieno, invece, oggi dovrebbe diramare una nota di risposta alle accuse del sindaco Bobbio che due giorni fa chiese le sue dimissioni immediate. Per quanto riguarda l’assenza delle Terme all’incontro in Prefettura sembrerebbe che la dirigenza non sia stata «invitata» per tempo. Si naviga a vista ultimamente: ai piani alti non si comprende come il rapporto con l’Asl (cliente delle Terme per il 95% del fatturato) si sia di punto in bianco interrotto sul finire del 2009 con polemiche riguardo i contratti dei terapisti termali. Dinamiche politiche ai danni del lavoratori sono ipotizzabili ma non certe, tanto più che a quel tempo a Castellammare come in Regione si vedeva tutto «rosso». I dubbi ci sono e sono rilevanti: Terme di Stabia, infatti, è l’unico stabilimento in Campania a non vedersi riconosciuti i trattamenti fisiokinesiterapici nonostante il contratto ai lavoratori sia lo stesso per tutti i complessi termali regionali. Ai piani bassi, invece, è il caos: il centro benessere sarebbe chiuso, e a luglio sono previsti 850 arrivi per trattamenti termali (esclusa quindi la fisiokinesiterapia). 350 di questi ieri, quando il server per le accettazioni è andato in tilt per la terza settimana di fila. Inoltre, la crisi ha colpito proprio nei mesi «di punta» dello stabilimento stabiese: se gli scioperi dovessero paralizzare ancora la struttura come nello scorso fine settimana le perdite sarebbero quantificabili in centinaia di migliaia di euro.