A Lettere la terza piantagione di canapa indiana scoperta dai carabinieri

Nuova piantagione di canapa indiana rinvenuta nell’area dei Monti Lattari. È la terza in meno di una settimana, e a scoprirla sono stati nuovamente i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, diretti dal capitano Giuseppe Mazzullo e dal tenente Andrea Minella, coadiuvati sul posto dai militari della stazione di Lettere. Infatti, proprio nel versante letterese delle colline dei Lattari è stata scoperta ieri la terza piantagione di cannabis indica, l’oro verde della malavita organizzata della zona. In un terreno demaniale, in località montana tra via San Nicola e via Varo Chirico, i carabinieri della stazione di Lettere hanno scoperto ieri mattina una piantagione che contava circa 320 piante di canapa indiana, alte due metri e mezzo e del peso complessivo di 300 chilogrammi. La zona è stata circondata durante tutto il corso dell’operazione, che ha portato al sequestro e alla distruzione delle piante che, tra qualche settimana, sarebbero state raccolte ed essiccate. Parte del materiale scoperto sul posto è stata inviata ai laboratori per la campionatura ed i controlli tossicologici previsti, mentre il resto è stato immediatamente distrutto come disposto dall’autorità giudiziaria. Lo scorso anno, proprio a Lettere furono scoperte e sequestrate le piantagioni di cannabis indica più grandi, quelle che si trovavano nella zona collinare che sovrasta Sant’Antonio Abate, altro Comune interessato in maniera massiccia dalle coltivazioni illegali delle piante che fruttano milioni di euro ogni anno alle cosche camorristiche locali. Per il secondo anno consecutivo, i carabinieri stanno effettuando mirate operazioni nei boschi dei Lattari, ormai in estate diventati molto simili a quelli della Giamaica, per la fiorente e praticamente “naturale” crescita delle piane di canapa indiana. In confronto all’anno scorso, però, le dimensioni delle piantagioni si sono notevolmente ridotte, anche se le forze dell’ordine tendono a non sottovalutare il fenomeno delle coltivazioni illegali: i carabinieri, infatti, sono alla ricerca delle altre piantagioni, che bene si occultano nella fitta vegetazione boschiva che le protegge.

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